11.10.2020 – 28^ Tempo Ordinario: Chiamateli alle nozze (Mt 22,9)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,Anche oggi Gesù ci racconta una parabola: che cosa vuole farci capire? Quale bella notizia (questo è il significato della parola vangelo) vuole darci per la nostra vita? Possiamo partire da una piccola riflessione: le pagine bibliche non sono una finestra nel cortile del passato, che ci permette di vedere che cosa è accaduto allora. Piuttosto sono come uno specchio che fa vedere che cosa accade ora in chi legge o ascolta.
Questa pagina evangelica parla di noi, di ciascuno. Certamente se pensiamo alla nostra vita troviamo di aver incontrato Gesù, di averlo seguito, di essere entrati a far parte della sua famiglia. Ma basta questo per essere già salvati? Sappiamo per esperienza che nel campo del nostro cuore oltre al buon grano cresce anche la zizzania. Qualche volta capita a tutti noi di rifiutare gli inviti del Signore. Ed ecco perché il Signore oggi ci racconta questa parabola. Per dirci che la vita nostra, secondo il cuore di Dio, è un invito a nozze: una festa da vivere insieme a tanti altri fratelli nell’accoglienza reciproca, nella condivisione, nella partecipazione ai doni che il Signore ci fa.
Dio ci chiama a vivere una vita piena. Per questo usa l’immagine del banchetto: esso è all’insegna dell’abbondanza e della gratuità, dello stare insieme nell’amicizia e nella solidarietà. “Il regno dei cieli è simile ad un re”: così inizia la parabola evangelica e così ci viene presentato Dio per dirci la dignità che ci dona: essere liberi come Lui, perché suoi figli.
E questo “re” non è chiuso in se stesso; desidera rendere partecipi anche noi: per questo ci invita: “Chiamateli alle nozze!”. Gli inviti, ripetuti, ci fanno conoscere gli infiniti appelli di Dio a partecipare alla sua vita. E gli appelli sono per tutti: cattivi e buoni, dice la parabola. E l’invito è per fare famiglia, essere raccolti nella famiglia di Dio, essere avvolti dalla sua misericordia e diventare a nostra volta misericordia per il prossimo, ogni prossimo.