Oggi siamo chiamati a vivere davanti a Dio e non agli uomini! Quindi fuori dall’apparenza. E  una delle prove più convincenti è compiere opere rivolte a chi ha bisogno e non a se stessi per conquistare consenso.

Per questo è necessario rifuggire, in modo costante, dalla ricerca di ammirazione e dal salire in cattedra e agire non pensando a sé e alla ricompensa.

Diventa così importante mettere in discussione il proprio cuore, che indica la persona in quanto creatura capace di riflettere e di ritornare sui suoi passi, assumendo decisioni consapevoli e liberamente esigenti:

Cosa amo? Forse ciò che faccio, la mia opera?

Cosa temo? Forse di non essere considerato? Il fallimento?

Cosa mi rallegra? Il piccolo successo, la riuscita?

Cosa mi contrista? Forse quando le cose non vanno come penso io?

Dice Papa Francesco nell’omelia a Santa Sabina:

Sappiamo che questo mondo sempre più artificiale ci fa vivere in una cultura del “fare”, dell’“utile”, dove senza accorgercene escludiamo Dio dal nostro orizzonte. Ma anche escludiamo l’orizzonte stesso! La Quaresima ci chiama a “riscuoterci”, a ricordarci che noi siamo creature, semplicemente che noi non siamo Dio. Quando io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere per occupare spazi, io penso: questa gente gioca a Dio Creatore. Ancora non si sono accorti che non sono Dio. (omelia Ceneri)

Due annotazioni finali:

Chiudere la porta: avere il coraggio di reagire abbandonando se stessi per andare verso l’altro, ogni altro – e non solo gli amici o chi è d’accordo con noi -. Più ci si abbassa e più ci si sente veri fratelli e sorelle tutti diversi ma tutti candidati veri all’ amore e all’unità.

Vivere nel segreto che non è vivere, dunque, da soli ma semplicemente essere se stessi per essere per gli altri, ritrovare l’essere figlio per essere fratello o sorella dell’altro.

(omelia Ceneri a Soccorso)