Con Adamo ed Eva siamo davanti alla rottura della relazione con Dio, rottura che ci pose subito una domanda; cosa è meglio: fare da sé o fidarsi di Dio?
Da qui si può capire dove si annida il peccato; esso è custodia di sé fino al paradosso: io valgo, e va bene, ma più dell’altro; io sono capace, che è anche vero, ma quando faccio da me.
Così la creazione non è più il luogo d’incontro e di dialogo del Padre con l’uomo e la donna. E si arriva a credere che se non ci si preoccupa da soli della propria sopravvivenza, del proprio benessere…nessuno viene in aiuto! Siamo all’ autosufficienza che non fa vivere più da figli che si fidano, confidano e affidano al Padre.
Nel Vangelo Gesù è “messo alla prova” proprio sulla relazione con il Padre ma la mantiene. Egli dice:
1 . Non di solo pane vive l’uomo… perché non è sufficiente.
Non è un tubo digerente e basta! Per questo ci vuole la Parola di Dio quale cibo dell’anima che fa poi vivere anche il corpo. Si aggiusta così il rapporto tra anima e corpo, ambedue voluti da Dio.
2. Non tentare il Signore Dio tuo.
Non vanno chiesti gesti sensazionali perchè la Volontà di Dio si esprime soprattutto nel quotidiano, nella normalità di una vita che magari è vissuta anche in maniera straordinaria, ma compiendo alla perfezione il più piccolo atto d’amore.
3. Solo Dio adorerai.
S’impara a pregare…che è parlare con Dio, uno stare in casa a colloquio con il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, Maria, i Santi…per poi uscire da casa per annunciare buone notizie con la vita: ama il prossimo tuo come te stesso; fai agli altri ciò che vorresti gli altri facessero a te; non giudicare; cerca il Regno di Dio; mi raccomando amatevi; c’è più gioia nel dare che nel ricevere…. E quindi a sera si può tornare a casa dove ci si ritrova nella vera pace.