09.05.2021 – 6^ Domenica di Pasqua: Una comunità che vive

09.05.2021 – 6^ Domenica di Pasqua: Una comunità che vive

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1.   il punto di partenza.

Gesù non ama comandare, anzi è venuto per servire. E allora cos’è questo comando? Non si tratta d’altro che del principio di relazione che ha guidato Dio nel creare uomini e cose. È il principio del suo essere insieme unità e trinità. Per questo nulla può andare per suo conto e nessuno può essere pienamente se stesso da solo. E allora l’Amatevi diviene necessità per poter essere e vivere.

2.   L’Amore è uno solo.

La sera di Pasqua c’è stato il mandato: Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21). E aveva già detto: Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (Gv 15,5).

E questa è l’anima di tale mandato: Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi (Gv 15,9). E aggiunge: Rimanete nel mio amore.

È un amore che continua nella vita nei discepoli che, nel battesimo, sono stati inseriti in lui, divenendo sue membra.

3.   Il comandamento nuovo che è suo.

Gesù continua: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati (Gv 15,12).

È Lui che lo ha praticato per primo amando fino a donare tutto se stesso. Per cui è divenuto il suo, attuato da Lui. La misura dell’amore al prossimo passa da: come te stesso (Lv 19,18), a: come io vi ho amati. Non dice “quanto me”, perché non ci arriveremmo mai, io almeno; ma “come me”, con il mio stile, con il mio modo unico: lui che lava i piedi ai grandi e abbraccia i bambini; che vede uno soffrire e prova un crampo nel ventre; lui che si commuove e tocca la carne, la pelle, gli occhi; che non manda via nessuno; che ci obbliga a diventare grandi e accarezza e pettina le nostre ali perché pensiamo in grande e voliamo lontano” (Ronchi)

4.   Un comando che orienta la vita.

Una vita che, nelle sue implicazioni concrete, esige costante attenzione ai bisogni del fratello, fantasia, discernimento e coraggio di prendere decisioni anche a rischio di sbagliare. “Non dice semplicemente: amatevi. Ma: gli uni gli altri. Non si ama l’umanità in generale o in teoria. Si amano le persone ad una ad una; si ama quest’uomo, questa donna, questo bambino, il povero qui a fianco, faccia a faccia, occhi negli occhi. (Ronchi)

5.   Quale frutto produce?

La pienezza della gioia. Dice infatti: Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Gv 15,11). Una gioia, l’unica vera e duratura, che però si ottiene passando attraverso il dolore: Voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia (Gv 16,20).

6.   Non servi ma amici.

Il servo è coinvolto solo esteriormente nel progetto del padrone, esegue gli ordini e i compiti affidati. L’amico invece è un confidente, è colui con il quale si coltiva una comunione di vita, di progetti e di intenti. Nella comunità cristiana rimangono quindi esclusi i rapporti superiore-suddito o padrone-schiavo; “il primo”, colui che è “grande” nella comunità, è chi lava i piedi all’ultimo. Non c’è posto per chi, invece di servire, ambisce a cariche prestigiose e a onori.  Tutti i suoi membri godono di pari dignità e i rapporti sono fraterni come Gesù aveva già detto: Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli (Mt 23,8).

7.   Ma chi va amato?

Qui Gesù si rivolge direttamente solo ai membri della comunità cristiana e solo a loro raccomanda di essere uniti e di amarsi reciprocamente. Può apparire una limitazione, ma c’è un motivo: prima di parlare di amore e di pace agli altri, è necessario coltivare l’amore e la pace nella chiesa. Solo una comunità i cui membri fanno un’esperienza viva e profonda di accoglienza, di sopportazione, di perdono, di servizio reciproco, di condivisione dei beni può annunciare al mondo fraternità e pace.

8.   Come se Gesù ci dicesse…

Nonostante la vostra naturale diversità “amatevi”:

  • In casa (senza pretese, ma con profondo rispetto per Gesù in ciascuno)
  • Al lavoro (privilegiando il rapporto come persone).
  • In parrocchia (aiutandovi nei momenti ordinari).
  • In paese, nei piccoli centri abitati (è ciò che più vale).

Amatevi come io ho fatto con voi:

siate voi stessi segno concreto di amore e non le semplici vostre azioni; che si senta, dietro ad ogni cosa, un cuore che batte e con sincerità, perché trova in Me la sua carica.

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