Come tutte le mattine, stavo andando a scuola sulla metropolitana piena di persone di tutti i tipi, in genere intente a leggere o ad armeggiare con lo smartphone.
Guardandole mi sono chiesto: ma questi sanno per che cosa vivono, hanno un ideale nella vita? E ho provato un senso di pena, di tristezza. Ma subito ho pensato: ciascuno di loro avrà avuto un dolore nella vita, forse adesso soffre per qualcosa… e di colpo li ho visti in modo diverso: quei dolori sono Dio che li visita, che li ama.
Così non li ho più visti come povera gente, ma come figli suoi. Come se si fosse illuminata la mia visione di quei compagni di viaggio. (C.T. – Italia)