Fine anno – 31.12.2021: Un anno che passa non è perso!
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Un anno che si chiude non porta con sé la vita ma dice che l’abbiamo vissuta.
Entra nella memoria.
Ora il vivere ha cose belle da raccontare, altre su cui riflettere, altre da poter dimenticare.
Dovremmo ringraziare Dio una volta per quelle belle che la grazia di Dio in noi ha realizzato, due volte per quelle che fanno riflettere e forse soffrire che hanno reso più vera e provata la vita, tre e molte altre volte per quelle che pensiamo di dover dimenticare perché proprio queste hanno segnato il tempo della misericordia di Dio e quindi non ci sono più importanti e decisive.
Qui dovremmo imparare la lezione convertendo il pensiero: ciò che dà più gioia e la irradia a tutto il cielo, non sono le opere buone, già appartenenti alla bontà di Dio, ma i peccati che uno consegna a Dio che, non potendoli sopportare, li distrugge, facendolo tutto nuovo.
Per questo è consolante sentirsi dire che “non sei più schiavo, ma figlio” (Gal 4,7).
E quindi è doveroso annegare tutto in Dio, dare tutto. Il verbo è chiaro: non c’è più in me, è in Lui e Lui lo può gestire.
È non pensarci più perché ci pensa Lui.
È il cuore che si apre a Dio che lo può guardare. Ed è lo sguardo di un papà che tutto può.
E questo porta però a fare attenzione all’altro che assurge a fratello e sorella.
Anche l’altro e l’altra hanno bisogno di ricevere e dare misericordia, di essere guardati con occhi nuovi e guardare con occhi di misericordia.
La misericordia tra gli uomini è ricevuta da Dio per essere data agli altri in una continua circolazione senza interruzione alcuna.
E allora possiamo chiederci: quanta misericordia ho ricevuto da Dio e quanta ne ho data agli altri? E mi accorgo che c’è disparità.
E allora ogni anno che passa m’invita a chiedere scusa e a ricominciare ad amare con nuova lena.