Oggi seguiamo, come al solito, Gesù come nostra luce.
1° Atto: approccio normale tra persone.
C’è un cieco: uno dei tanti della Palestina. Gesù lo aiuta: è uno che fa del bene. Quel cieco va a lavarsi: si toglie il fango, diremo oggi che passa attraverso la purificazione del sacramento del Battesimo prima e poi della Riconciliazione – o confessione – per poter avere una vita nuova ed essere nuova creatura. Ci vede: è un miracolo. Lo cacciano via: anche i miracoli compromettono.
Ciò che cambia la vita di quell’ uomo senza nome – perché non metterci il nostro? -, è il fatto che il Signore passando lo vede. Ciò che gli permette di vedere è la sua disponibilità a lasciarsi guardare in un modo così inedito e nuovo da dare alla sua vita una luce completamente diversa.
Intermezzo.
Gesù che da Dio viene ritenuto peccatore! Siamo alla vera cecità dove si crede di vedere. È la disgrazia più grande: se foste ciechi – dice Gesù – non avreste alcun peccato ma siccome dite “noi vediamo” il vostro peccato rimane. È il rifiuto della luce che illumina ogni uomo.
2° Atto: nascita della fede.
La solitudine del discepolo che, come testimone vero, è cacciato, messo nell’ angolo, isolato, inopportuno, disturbatore, non gradito, guastafeste. Gesù lo accoglie e si rivela come Figlio dell’uomo, il Messia, l’ Inviato da Dio, Il Dio che guarda. Accade la proposta di fede: tu credi nel Figlio dell’uomo? La fede non è credere alla cieca, a chiunque: chi è, Signore, perché io creda in Lui? La fede è riconoscere una persona: tu l’hai visto: Colui che parla con te, è proprio Lui. La fede è una Persona a cui si aderisce e non un’idea: Io credo, Signore, a Te che mi parli.
La fede non nasce dalla necessità, vedi il miracolo della vista, Se credo è perché qualcosa di tangibile è giunto alle mie orecchie ed è pronunciato da Qualcuno che è credibile perché lo conosco, so chi è Lui.