In cima al monte Paterno si sale solo tramite un sentiero ferrato e lì, a fianco delle stupende tre cime di Lavaredo, svetta una croce che ricorda il sacrificio della vita consumato da tante persone su quelle montagne. Ai piedi di questa croce una targa recita così:sì: “A Katya. Sei salita su questa cima, ora cammini sulle vette di Dio”. Katya era una stupenda ragazza di 19 anni: simpatica, generosa e impegnata, tra le migliori a scuola, fedelissima alle attività dell’oratorio. Pur con qualche difficoltà, a causa di un ginocchio malconcio, era salita, sorridente, in cima al Paterno, dopo ore di arrampicata con corde e moschettoni. Sul suo diario aveva scritto: “Ti ringrazio, Signore, perché oggi ho raggiunto un traguardo impensabile. Fa’ che la mia fede e il mio amore in te non si fermino mai davanti alle difficoltà, nemmeno davanti alla morte. C’è una meta più alta di tutte: la vita con te”.
In un caldo pomeriggio di luglio, giorno dell’esame scritto di maturità, Katya trova la morte sulla strada per casa. I suoi amici sanno che lei è viva e che cammina, con lo stesso sorriso e la stessa gioia, sui sentieri del monte santo di Dio.
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