03.07.2022 – 14^ del Tempo Ordinario: La comunità che porta la pace

03.07.2022 – 14^ del Tempo Ordinario: La comunità che porta la pace

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È il racconto di una iniziativa apostolica intrapresa da Gesù e riletta dall’ evangelista in funzione della catechesi che intende dare alle sue comunità. Siamo in Asia Minore, nella seconda metà del I° sec. Nonostante difficoltà e persecuzioni, i cristiani continuano ad impegnarsi nell’ annuncio del Vangelo, tuttavia si pongono numerosi interrogativi: Dio rivela il suo Vangelo mediante visioni, sogni, apparizioni o c’è bisogno che qualcuno lo proclami? Il messaggio di salvezza è destinato a tutti o è riservato ad alcuni privilegiati? Quali metodi usare perché le persone possano convincersi ad accettarlo? Come presentarci agli uomini e che cosa dobbiamo dire loro? Basteranno le parole o saranno necessari i segni? Che fare se veniamo rifiutati? La nostra opera sarà coronata da successo?
Possiamo iniziare l’analisi del brano.
1. Perché 72? Era il numero simbolico (i popoli del mondo!) e indicava che la salvezza è destinata a tutti, nessuno escluso.

2. Perché l’invio a coppie? L’annuncio del Vangelo non è lasciato all’inventiva dei singoli, ma è opera di una comunità.

3. Quale lo scopo? Preparare le città e i villaggi alla venuta del Signore.

4. Come fare la preparazione? Pregando! Non certo per convincere Dio a inviare operai nel suo campo (quale senso avrebbe?) ma ha la capacità di trasformare il discepolo in apostolo. Lo responsabilizza e lo sprona a dare lui per primo la risposta alla chiamata.

5. Come comportarsi? Mettere in atto la mansuetudine, la debolezza e la fragilità dell’agnello. Gesù vuole far comprendere che non è la ricerca del successo o l’aver anche tutte le ragioni del mondo nei confronti di qualcuno, a garantire il frutto vero della Parola di Dio ma è la costanza dell’Amore a tutta prova che mette in luce la verità e produce cambiamenti di vita.
Come accadde ad Alessandro Serenelli, l’uccisore, per passione, di S. Maria Goretti che, prima di morire, lo perdonò con queste parole: “Per amore di Gesù gli perdono; voglio che venga con me in paradiso.” E quando, dopo gli anni di carcere, chiese il perdono alla mamma, questa gli disse: “se vi ha perdonata lei, vi ha perdonato Dio, vi perdono anche io”. E lui dirà nel suo testamento: “Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo dinanzi ai miei passi per salvarmi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me e intercedette per il suo uccisore. Accettai la sentenza meritata, rassegnato espiai la mia colpa. La piccola Maria fu veramente la mia luce e la mia protettrice!”.
Ecco la grandezza di un amore che vince anche sulla morte.

6. Con quali mezzi? Sono così descritti: né borsa (per i soldi del viaggio); né bisaccia (per i viveri), né sandali (per difendersi dalle asperità o altro).
Quale insegnamento per noi?

  • Dare priorità dell’amore scambievole. L’importante nella evangelizzazione è Gesù e non le belle parole.
  • Non cedere al protagonismo. Disporre le menti e i cuori ad accogliere Gesù nella loro vita.
  • Evitare i caratteri del lupo. La rabbia, l’ingordigia, il risentimento, la volontà di prevalere e di prevaricare.
  • Resistere alla tentazione sicurezza. Non poggiare sul denaro e appoggi di persone influenti.

Si comprende allora il “centro” di questo Vangelo: “Pace a questa casa!”. La pace di Gesù che alberga in quella “piccola” chiesa che arriva, che è composta di persone pazienti, miti, capaci di accettare il rifiuto come il conforto; che privilegiano la cura dei malati e l’assistenza dei poveri.
È davvero stupendo l’annuncio di Gesù!

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