30.10.2022 – 31^ del Tempo Ordinario: GLI SGUARDI CHE PARLANO – Lc 19,1-10

30.10.2022 – 31^ del Tempo Ordinario: GLI SGUARDI CHE PARLANO – Lc 19,1-10

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Nella sua salita verso Gerusalemme Gesù attraversa la città di Gerico.
Ed ecco che entra in scena un altro uomo.
Certo, costui svolge l’impuro e odiato mestiere dell’esattore delle tasse per conto dell’occupante romano; certo, è ricco (dunque potenzialmente esposto al «Guai!» di Gesù; cfr. Lc 6,24), ma l’evangelista precisa che è innanzitutto un uomo, un essere umano.
Così lo vede Gesù, capace di scorgere in profondità un figlio di Abramo dove gli altri vedono solo un peccatore.
Zaccheo cerca di vedere Gesù.
È il suo desiderio profondo. Quel desiderio che è dentro ogni uomo. Vedere Dio.
Recitano i Salmi“Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27,8-9a); “L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? (Sal 42,3).
Qui c’è tutta la freschezza, la genuinità e la libertà di un uomo. È su questa base che nasce il vero rapporto con Gesù in una connessione stabile e sicura da interferenze dannose e fuorvianti. Non c’è altro di mezzo.
È l’uomo davanti a Dio che lo ha pensato e voluto e ora lo può incontrare in Gesù che congiunge in sé Dio e l’uomo. È un incontro unico con il Dio vero che in Gesù viene a salvare chi è perduto.
Per riuscire a vederlo
Cosa fa? Corre avanti cosa inusuale nei confronti di Gesù. Basta ricordare l’avviso perentorio a Pietro di stare dietro come
discepolo.
È qui il desiderio che si esprime, quello di vederlo ma con dentro già quello di seguirlo.
Sale su di un albero dalla folta chioma dove rimane nascosto agli sguardi della gente; del resto nessuno lo può vedere per il brutto mestiere che faceva.
Gesù alza lo sguardo.
Quel correre trova ora il suo corrispondente nella fretta con cui scende dall’albero, che se lo espone alla vista rabbiosa della folla, lo fa però già testimone di quel Gesù che ha appena conosciuto. Aveva fatto di tutto per nascondersi agli occhi degli uomini, ma non sapeva che quelli di Gesù lo stavano guardando e da tempo.
Il nome Zakkaj, paradossalmente, significa “puro, innocente” oppure un altro particolare, secondo un’altra etimologia, dà a questo nome il significato di «Dio si ricorda»: Gesù è venuto proprio a dirgli questo: «Dio si ricorda anche di te, non ti dimentica»!
Vedendo ciò, tutti mormoravano.
In mezzo a una folla piuttosto curiosa che ha di Dio una immagine distorta se non sbagliata, c’è uno che con la sua libertà di cuore e di mente, s’introduce nel cuore di Dio che in Gesù manifesta il suo vero volto. E Gesù è costretto a lasciare la folla per l’unico che lo ha intercettato per davvero. Un conto infatti è stargli vicino e un conto è incontrarlo stabilendo un vero rapporto con Lui, un tu per tu, che cambia la vita. E l’uomo trova il coraggio di alzarsì” che è verbo di risurrezione, e con una visione da risorto non vede più i soldi da accumulare ma a chi darli (vede per la prima volta i poveri) e a chi restituirli (non vede gente da sfruttare ma da far vivere). Zaccheo, come un bambino, cerca Dio e Gesù lo accontenta e, in casa sua, nel suo ambiente normale e non al tempio, stabilisce con lui un patto dalle firme indelebili, che non avrà mai più fine. Gesù dunque
>> insegue il tuo desiderio,
>> attraversa velocemente la zona buia del tuo peccato senza farne argomento di dialogo (qualcuno lo ritiene uno smemorato!),
>> e va al progetto che è te e ti dà nuove possibilità di realizzarlo.

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