04.12.2022 – 2^ di Avvento: IN ATTESA DI GESU’: COME?

04.12.2022 – 2^ di Avvento: IN ATTESA DI GESU’: COME?

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Nel futuro di Dio le opere di bene compiute resteranno intatte al vaglio della vita.

Giovanni il Battista appare con tutta quella rudezza che serve a chi deve operare uno scasso per una semina copiosa. Egli è destinato a fare da apripista a Colui che deve venire come Messia atteso da tutti.
È un’azione la sua che è tipica per ogni tempo e abita ogni periodo storico e anche ogni cuore che è chiamato a passare da un periodo ad un altro e che segna una trasformazione della vita con la sua mentalità e il suo stile.
Quando qualcosa cambia si nota la forza di chi, come profeta, marca quel tempo e segnala nuovi orizzonti. E il nuvoloso lascia il posto al sereno e anche ciò che è tragico si tramuta in avvento di luce.
È l’Amore che ha la sua parte di morte che annuncia la vita; e questa arriva marchiata dalla crisi che segna il momento di gestazione e di crescita; è il tempo in cui termina la funzione di chi ne è stato il precursore.
E accade che mentre nei tribunali umani i giudici prendono in considerazione gli errori e pronunciano la sentenza in base al male commesso e delle opere buone tengono poco conto, nel giudizio di Dio avviene esattamente il contrario.
Egli, con la pala – ventilabro della sua parola, sottopone ogni uomo al soffio impetuoso del suo Spirito che spazza via la pula e lascia sull’aia solo i preziosi chicchi: le opere di amore che, poche o molte, tutti compiono.
Dio vaglierà a suo tempo anche le nostre che magari non ricordiamo più. Può accadere infatti di “sentirsi” inutili con dentro un senso di fallimento, “tentati” di scoraggiamento. In tal caso il bene è nascosto là tra la pula, ma c’è. Non possiamo temere! Se poi è stato trasmesso a fratelli e sorelle esso, moltiplicandosi, comporrà una “catena d’amore” in terra come accade in cielo. Il bene fatto e seminato resterà in eterno nel granaio di Dio a disposizione di tutti nella più perfetta comunione e verità.
Ma le opere d’amore dovranno essere intere cioè autentiche, perfette, disinteressate. Perché ciò accada è necessario acquisire uno stile di vita dove sia più difficile voler male che bene; dove sia così forte l’esigenza di amare da far più fatica a non amare.
È il battesimo in Spirito Santo e fuoco che purifica per poi rendere idonei a bruciare ciò che va eliminato e scaldare ciò che raggela cuori e menti. È l’agire tipico dello Spirito che sa demolire e riscostruire, nello stesso tempo. Sottoporsi a questa sua azione rende possibile accogliere ciò che costa, e più costa, e che poi produce ciò che più vale.
È la legge dell’Amore che si avvale della parte che produce dolore e fatica, per farsi sentire e poter aiutare altri a vivere nella pace. Ed è questa pace interiore che diventa poi contagiosa.
È la pace di Gesù che passa attraverso il fuoco purificatore del saper perdere, facendo di se stessi un dono, e quello della croce di ogni giorno, per poi diffondersi a piene mani, ovunque.
E come fare? S. Agostino, che parla dell’amicizia, ci dà suggerimenti preziosi per una vita dai frutti sicuri:

  • Comunicare con l’altro e all’altro;
  • Le risa in compagnia;
  • Lo scambio di cortesie;
  • Le letture comuni;
  • I comuni passatempi;
  • I dissensi occasionali senza rancore come di un uomo con sé medesimo
  • I più frequenti consensi;
  • L’essere ognuno dell’altro ora maestro ora discepolo;
  • La nostalgia impaziente di chi è lontano;
  • Le accoglienze festose di chi ritorna.

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