A lungo attesa, nasce a Sassello il 29 ottobre 1971 e cresce in una famiglia semplice che la educa alla fede. Ricca di doti naturali, bella e sportiva, ha molti amici che la considerano, al tempo stesso, normale e straordinaria. Scopre Dio come Amore e ideale della vita, e si impegna a compiere in ogni istante, per amore, la sua volontà. Coltiva l’amicizia con Gesù, che riconosce presente nel prossimo; predilige i piccoli, gli umili e i poveri, tra cui i bimbi dell’Africa, ove sogna di recarsi come medico.
A 17 anni, colpita da tumore osseo, affronta la malattia affidandosi all’amore di Dio. Di fronte alla sofferenza ripete: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io». A chi l’avvicina comunica serenità, pace e gioia.
“Chiara Luce” lancia un messaggio ai suoi coetanei: «I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. Hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene».
Il 7 ottobre 1990 saluta la mamma dicendo: «Sii felice, io lo sono!» e va incontro allo Sposo. La sua vita è la testimonianza di un sì incondizionato all’amore di Dio, un sì ripetuto fin da piccola, un sì che ha saputo trasformare la malattia in un cammino luminoso verso la pienezza della Vita. Immediato l’eco della sua santità che si è divulgato progressivamente.
Il Processo diocesano per la Causa della sua Beatificazione, aperto nel 1999 da Mons. Livio Maritano, vescovo di Acqui, ha avuto seguito con la fase romana. Nel 2008 la Serva di Dio è dichiarata Venerabile; successivamente è stato esaminato e riconosciuto un miracolo di guarigione, avvenuto a Trieste.