02.04.2023 – Domenica delle Palme: Davvero costui era Figlio di Dio! (Mt 27,54)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,È utile pensare che ogni evangelista ha trovato il proprio modo di autenticare la vicenda di Gesù, attestando che la sua passione non fu una sconfitta, ma il compimento del disegno di Dio. La via intrapresa dall’evangelista Matteo, di cui in questa domenica ascoltiamo il racconto della passione del Signore, fu quella di dimostrare che la missione affidata a Gesù dal Padre coincise con il compito di rivelarsi Messia in quanto Figlio obbediente. È questa l’identificazione fondamentale che la voce divina attribuisce a Gesù al momento del battesimo e sul monte della trasfigurazione: “Questi è il Figlio mio, l’ amato” (Mt 3,17 e 17,5).
Tale obbedienza lo porta sino alla morte di croce: è consegnandosi ad essa che egli si rivela Figlio al massimo grado.
In concomitanza con la morte di Gesù, Matteo moltiplica i segni cosmici di compimento: si fa buio su tutta la terra, si scatena un terremoto, i santi risorgono, il velo del tempio si squarcia in due. Si compiono così le parole attribuite a Gesù come imputazione al processo. Di fatto, il tempio è già distrutto: d’ora in poi il santuario della presenza di Dio sarà il corpo risuscitato del Figlio, a cui possono accedere tutti nella fede, perché il velo di separazione tra giudei e gentili è stato rimosso. Ne è prova il fatto che i primi a riconoscere l’identità filiale di Gesù siano dei pagani, un centurione e altri che fanno la guardia con lui, i quali presi da grande timore davanti a quei segni portentosi, dicono: “Davvero costui era Figlio di Dio!”.
Noi entriamo nella Settimana Santa: è il tempo di contemplare l’infinito amore di Dio per noi. In questo amore gratuito e inaudito il centurione trova Dio. Sotto la croce, Dio si svela e regna solo con la forza disarmata e disarmante dell’amore. Lasciamo che lo stupore pervada anche noi; guardiamo il Crocifisso e diciamo anche noi: davvero sei il Figlio di Dio; tu sei il mio Dio.
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