06.08.2023 – 18^ del Tempo Ordinario – Trasfigurazione del Signore: IL PROGETTO GESÙ, VISTO NELLA LUCE! Mt 17,1-9
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, non certo perché fossero migliori ma forse perché più preparati al nuovo e meno resistenti. E li porta in disparte lontano dal rumore, nel monte che nella Bibbia indica il luogo dove Dio si rivela e fa udire la sua voce.
Lì fu trasfigurato, cioè visto così com’è e come sarà. Apparvero loro Mosè ed Elia che conversavano con Lui. Precisa Luca: “parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme” (9,31).
Qui è commovente la manifestazione della tenerezza del Padre verso Gesù che si muove verso l’Ora nella quale conoscerà tutte le sofferenze più aspre della carne e, più ancora, la sofferenza indicibile dell’anima e gli anticipa un momento della gloria che verrà e lo presenta come Figlio suo da ascoltare.
È bello per noi stare qui, dice Pietro! Lo avrebbe detto chiunque vi si fosse trovato. È voler fissare un’esperienza unica e straordinaria, in forma di vita stabile. Qualsiasi esperienza bella con Gesù va invece coniugata con la vita da vivere interamente e con Lui. Ogni entusiasmo emotivo non dice la verità sullo stato della mente e del cuore; li pungola ma non li muove del tutto. È la vita concreta con tutte le sue prove a dire la verità su se stessi. Solo dopo averle vissute, se ne può parlare.
I tre apostoli, alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. La visione apre al mistero ma senza cancellare la vita.
Proviamo a descrivere i passaggi dell’esperienza.
C’è qualcuno che invita. La sua voce insiste ma forse ancora non la si sente. Che non sia il tempo giusto? O è quel tempo che si vorrebbe con la pretesa di costruire una felicità su misura? Quella che magari permette di godersi qualcosa ma che non quella che Dio vuol dare e che non ha paragoni con nessun’altra tipologia di gioia?
Quando questa voce arriva si deve accettare di essere tolti dal frastuono e condotti in disparte. È il momento di grazia per una persona. Un momento che fa dell’anima la piattaforma di un lancio per un’avventura dalla meta più alta.
È il monte dove Dio attende, per un dialogo che fa scoprire un progetto dai passaggi difficili ma che s’intravvede come luminoso.
Nessuna malattia è tanto dolorosa se poi si sa di guarire. Nessuna morte è così tragica se poi si sa di dover risorgere. Nulla è più così insopportabile se si sa che ha un termine e dopo il quale non c’è che una gioia eterna.
Dice bene san Paolo: “Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi” (Rm 8,16-18).
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