22.10.2023 – 28^ del Tempo Ordinario: LA CASA COMUNE DEI FIGLI DI DIO! – Mt 22,15-21
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.
Gesù sembra voler distinguere tra Dio e il potere umano. Ma in realtà li qualifica ambedue.
Egli sa che ogni potere viene da Dio e che va esercitato come servizio. E per una questione di principio, ne riconosce il valore. E se Egli “sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo” (Gv 6,15), tuttavia riconosce che “i re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori” (Lc 22,25).
Gesù non si mette contro il alcun potere tranne che a quello religioso, sponsorizzato dagli scribi che lo promuovono con l’insegnamento, i sacerdoti che ne mettono su l’elenco di cose da fare e i farisei che l’osservano come legalisti,
E allora se il dare a Cesare mantiene valida la sfera sociale che deve rendere vivibile la terra degli uomini, il dare a Dio ridona significato a ciò che ne sembra svuotato, privo di anima, cioè riconferma e riattiva la vera relazione con Dio.
Il dare a Cesare diventa possibilità di un vivere civile dove chi ha bisogno riceva e i poveri possano ogni volta di più diminuire e si possa vivere una vita tranquilla e serena.
Il dare a Dio è dargli la possibilità di incontrare direttamente l’uomo liberandolo dal chiuso dello schema che è simile a carcere e non certo ad una fraternità realizzata e vissuta.
Alla fine, nell’essere famiglia, Cesare e Dio si ritrovano a condividere lo stesso terreno con ambienti diversi ma tra loro complementari dove il mondo creato viene ideato come casa che, alla fine del lavoro, viene fatta per l’uomo, per tutti gli uomini, figli dello stesso Dio e fratelli e sorelle tra loro.
Tutto nasce da Dio e dato in uso all’uomo. Un Dio che lo ama come Padre e gli consegna la casa – il creato – da abitare e custodire.
Così dice Papa Francesco nell’ultima esortazione “Te Deum”: “La Bibbia racconta che «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» ( Gen 1,31). Sua è «la terra e quanto essa contiene» ( Dt 10,14). Perciò Egli ci dice: «Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti» (Lv 25,23). Pertanto, «questa responsabilità di fronte ad una terra che è di Dio, implica che l’essere umano, dotato di intelligenza, rispetti le leggi della natura e i delicati equilibri tra gli esseri di questo mondo». [Laudato sii 68]
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