03.12.2023 – 1^ Domenica di Avvento: QUALI I MOMENTI DELLA “GRAZIA”?
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È più facile formare dei gruppi psicologici e legare gli altri con scopi che soddisfano comuni esigenze individuali ma transitorie, che costituire una comunione totale di vita dove il singolo è tutto nella considerazione degli altri e, allo stesso tempo, nulla per la cosciente e volontaria donazione di sé agli altri.
LETTURA DEL PROPRIO TEMPO.
“Che significa vigilare? Perché si insiste sulla notte? Perché il padrone, invece di venire di giorno, arriva all’improvviso quando nessuno l’aspetta? Chi è il padrone? Dov’è andato?
Il v. 35 dice: “non sapete quando il padrone di casa ritornerà, più preciso quando viene”. Gesù non sta riferendosi al suo ritorno in un lontano futuro, ma alla sua costante presenza rinnovatrice del mondo.
Egli non se n’è andato, ha solo cambiato modo di essere presente fra i suoi. Ora egli è più vicino ad ogni uomo di quanto non lo fosse quando camminava lungo le strade della Palestina. Entrato nel mondo dei risorti non è più soggetto ai limiti della condizione umana. Per questo invita i suoi discepoli a mantenere sempre viva la percezione della sua presenza in mezzo a loro: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). E può averla solo chi ha uno sguardo capace di scrutare oltre il buio fitto della notte. La venuta del Signore è durante la notte, la nostra notte, il tempo in cui viviamo, tempo che è buio, tempo in cui le proposte di vita che riscuotono i maggiori consensi non sono certo le beatitudini di Gesù. Chi ha uno sguardo guidato dall’amore si lascia interpellare dagli avvenimenti e sa cogliervi i segni che le speranze di un mondo nuovo stanno cominciando a realizzarsi.
C’è un segreto per mantenersi svegli: la preghiera, da intendere come un costante dialogo a tu per tu con il Signore. L’arma segreta dei discepoli (i servi) impegnati nell’esecuzione dei progetti del loro Signore. A ognuno è affidato un compito, una missione da svolgere, conforme alle proprie capacità. Nessuno deve attendere passivamente che il padrone realizzi da solo la sua opera. (tratto dal commento di F. Armellini)
CIÒ CHE NON CI È DATO SAPERE.
Quale futuro di risurrezione Dio stia riservando a un mondo che muore. Dobbiamo avere la consapevolezza che il suo tempo non corrisponde al nostro. Ed Egli però non perde mai il tuo tempo! Lavora a rimediare il più delle volte ai nostri errori. È qui che dobbiamo nutrire speranza e leggere le cose in modo diverso: ai nostri occhi appaiono macerie mentre ai suoi corrispondono già a pietre preziose per ville residenziali. Esattamente come alla nostra infedeltà corrisponde la sua fedeltà alle promesse.
Testimone: S. Giovanni XXIII
Cardinale e patriarca di Venezia, nel 1953, si presenta così ai suoi fedeli: «Non cercate nel vostro patriarca il politico o il diplomatico, ma cercate in lui solamente il servitore di Dio, cercate il pastore d’anime chiamato a esercitare la sua missione tra gli umili (…) non ho mai aspirato ad altre cose…».
Nel discorso d’apertura, l’11 ottobre 1962 affermerà: «Oggi la Sposa di Cristo preferisce ricorrere al rimedio della misericordia piuttosto che brandire le armi della severità”.
E diceva di sé: «Sono un sacco vuoto che lo Spirito Santo riempie, improvvisamente, della sua forza».
Poco tempo prima della sua morte, un cardinale diceva di lui: «Papa Giovanni è un uomo talmente umile che non ha posto alcun ostacolo all’azione dello Spirito Santo».
Una sua frase è indicativa: “Se non metterai il tuo io sotto i piedi, non sarai mai un uomo libero”.
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