18.02.2024 – 1^ di Quaresima: Un tempo di grazia

18.02.2024 – 1^ di Quaresima: Un tempo di grazia

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Il tempo di Quaresima è un tempo di grazia offerto a ogni cristiano e alla chiesa intera. È l’occasione di distogliere il nostro sguardo dai molti idoli che ci seducono per volgerlo all’unico Signore.
È un tempo di lotta spirituale e di verità verso se stessi e verso Dio, in cui il nostro cammino di fede si deve concentrare verso un’unica meta: la conversione del nostro cuore al Signore.
Il vangelo di questa prima ci presenta Gesù nel deserto, in lotta contro le tentazioni. Anche per il cristiano vi sono tempi in cui la lotta contro le seduzioni mondane si deve fare più vigile e intensa. L’esperienza vissuta da Gesù al battesimo, quella di sentirsi chiamare dal Padre «Figlio amato» (Mc 1,11), non gli ha dischiuso un percorso pianeggiante e non lo ha messo al riparo dalle prove. Ora Gesù è spinto dallo Spirito Santo ad andare nel deserto: luogo dove regnano le tentazioni, ma anche il luogo in cui, grazie al silenzio e alla solitudine, si può cogliere Là Gesù deve affrontare le stesse prove conosciute da Israele nei nel deserto (cf. Dt 8,2-5), le stesse prove che dobbiamo affrontare ancora noi oggi nella nostra vita.
Marco scrive che nel deserto Gesù «rimase quaranta giorni, tentato da Satana» (Mc 1,13), cioè tentato ciascuno di noi è continuamente posto di fronte alla seducente possibilità di uscire, attraverso il peccato, dalla comunione con Dio e dalla solidarietà con gli di viaggio. Sì, realmente Gesù è stato tentato in quel deserto, come lungo tutta la sua vita, perché la tentazione è una presenza
costitutiva della condizione umana. La lotta contro le tentazioni può essere terribile, ma senza di essa il cristiano si conforma alla mentalità mondana, cede al male e si allontana dalla «conformazione a Cristo» e dalla sequela al Signore che lo rende «somigliantissimo» a lui. Senza la lotta interiore il cristiano rischia di svuotare del tutto la sua fede, appiattendola a banali atteggiamenti religiosi e pratiche esteriori: è l’inizio di una sorta di schizofrenia spirituale, che Gesù ha sempre condannato come «ipocrisia».
La lotta spirituale contro le tentazioni ci conduce invece a una vita di fede autentica, fino a conseguire la libertà dei figli di Dio, quella libertà che ha
contraddistinto la vita stessa di Gesù. Il vangelo di questa domenica è un vero canto di speranza e consolazione: nella lotta spirituale, noi cristiani siamo sostenuti dalla convinzione che è Gesù stesso a lottare insieme con noi e che la vittoria non si basa sulle nostre forze, ma sul nostro abbandono a lui.
Questa lotta è dono e grazia!
Segno della vittoria di Cristo su Satana è l’armonia ristabilita tra cielo e terra, tra gli angeli, l’umanità e le bestie selvagge.
Ecco la grande promessa per il cristiano: ponendo in Cristo la nostra fede, possiamo vincere la mondanità che sempre ci tenta, possiamo vincere le pulsioni caotiche che ci abitano e possiamo sperimentare la presenza in noi dello Spirito Santo

(Fr. Emiliano Biadene)