➢ Sta nel suo essere pastore, spendere e consumare la propria vita a favore delle pecore.
➢ Più pressante del principio è la scelta che egli fa e che lo investe come persona. ➢ Ma è la libertà che dà alla scelta il carattere più vero, netto e puro. La vera dimensione dell’Amore è quella che sviluppa nella parte più intima dell’anima. È come un evolversi che accade e la si avverte ma non si sa decifrare. Si comprende che c’è un prima che sta scomparendo e lascia come un vuoto. L’anima è dibattuta, non trova punti d’appoggio, ed è gettata nell’insicurezza. Dove sei, mio Dio?
La risposta è Gesù che sussurra: sono abbandonato ma sono Gesù! Senza pace perché sto donando. Senza luce perché sto illuminando. Senza bellezza perché traspare ovunque. La vita va spesa e consumata per e con Lui. Per poi accorgersi che se non si cerca la propria gioia, si vede spuntar la sua che è gioia senza riferimenti umani. È gioia che arriva e carica la vita di speranza, solo perché vivi come Lui per gli altri. La sua testimonianza è lampante! Egli dice di conoscere le sue pecore perché ha con esse un’esperienza intima e profonda. Anch’esse lo conoscono perché hanno con Lui una relazione che dice un amore ricevuto e a sua volta diffuso e che porta a dare la vita per loro non però per emergenza, ma come normale atteggiamento. E si crea così una vera catena inanellata di doni non fatti di cose ma di cuori che entrano in relazione tra loro e così vivere il suo comandamento: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). E conducono fuori del recinto che sembra dar sicurezza ma in realtà toglie la libertà. Altre pecore infatti hanno bisogno di guida. È espressa volontà divina. Gesù è colui che libera da ogni forma di costrizione. Anch’esse ascolteranno la sua voce e diventeranno un gregge: egli non s’ impone; sono queste che sentono nella voce di Gesù la risposta al proprio bisogno di pienezza di vita.