Una mamma, emozionatissima, mi ha mostrato oggi le immagini della prima ecografia: con tutta la gioia e l’incredulità davanti al mistero di una vita che ci supera, per quanto ci appartenga. Infatti questa giovane mamma mi confessava: “Ancora non sento niente dentro di me, eppure l’apparire sullo schermo della prima immagine nella quale si distinguevano già chiaramente la testa, un braccio, le gambe mi ha lasciata senza parole: tremo ancora tutta!”. E poi mi raccontava del-la scelta del nome, se bambino o bambina.
Chissà come anche Maria ha vissuto questa presenza dello Spirito che formava Gesù nel suo corpo; con quale trepidazione, con quali domande portate nel segreto del cuore. E poi il nome… Il Vangelo ci dà tre nomi di Maria: quello che le hanno dato i suoi genitori, “Maria”; quello con cui l’angelo la saluta, “piena di grazia”; e, infine, quello di “madre”, che cor-risponde all’invito di Dio.
Generare l’amore, accogliere l’amore, donare amore è la vera maternità.
Ogni nascita nuova non sta tanto nel fare un progetto mio, ma nell’accogliere il progetto di Dio su di me, che esiste già. Per questo Maria è madre, ed è madre di Dio. Durante la sua esistenza terrena il suo cammino di fede sarà proprio quello di diventare sempre più “madre” generando nella fede. Dal suo si detto nell’Annunciazione, fino al momento estremo, ai piedi della croce, proprio quando così sarà affidata da Gesù a Giovanni: “Figlio, ecco tua madre”.
Come ci vuole tutta una vita per essere madri, per continuare a sostenere e ad educare i propri figli, così è tutta una vita, è tutto il nostro cammino di fede che ci fa diventare sempre più “madri” nel generare continuamente Gesù nell’amore reciproco, accolto e donato continuamente. Essere un’altra Maria, generando Gesù al mondo: ecco la nostra maternità.
Umberto S.
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