È questa è vera novità storica.
Il pane che mangiamo e il vino che beviamo non sono più solo cibo e bevanda per il fisico ma lo diventano anche per lo spirito.
Gesù sta compiendo un atto che vuol realizzare una nuova creazione. Non più solo l’uomo con il suo bagaglio umano che se da un lato serve per fare il bene, può dall’altro diventare anche ingombrante.
Qui c’è l’uomo che si nutre di un pane trasformato che gli fa vivere in maniera reale e attiva la stessa vita di Dio, facendo di lui, e di ogni altro che se ne nutre, ciò che riceve, corpo di Gesù.
Per noi sarà sempre difficile se non impossibile capire del tutto, e non ci resta che credere e vivere ciò che quelle sue parole compiono nel pezzo di pane e sorso di vivo, e poi in noi che li assumiamo.
È l’Amore del Padre che si manifesta in Gesù, un Amore così forte e così vero che vuole far sperimentare anche ad altri la stessa sua pace e la stessa sua gioia.
È questa la risposta che Dio voleva, e vuole dare anche oggi all’uomo, quando fu tentato con l’assicurazione che sarebbe diventato come Dio.
Era nel progetto ma non in quel momento. Benedetta fretta che assilla e inganna sempre l’uomo.
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Sapendo questo perché non andare di corsa, e più spesso possibile, a nutrirsi di questo Pane facendo tutti i sacrifici possibili?
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Poi, fatti come Gesù e insieme con Lui, agire in ogni attimo della vita?
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Infine impegnarsi come Corpo mistico ma reale, che quel Pane realizza di coloro che lo prendono, e seguire dove lo Spirito conduce per il bene della Chiesa e dell’umanità intera?
Non è forse questo il cammino sinodale, cioè fatto insieme, e che strada facendo coinvolge anche altri che non aspettavano altro? Ora abbiamo iniziato – un momento è anche questo pomeriggio dalle 18 alle 19:30 – un processo che avrà i suoi sviluppi secondo le indicazioni dello Spirito.