24.11.2024 – 34^ Domenica del Tempo Ordinario – Cristo Re: NON LA MIA MA LA TUA VOLONTÀ – Gv 18,33b-37
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Il Regno di Gesù che non è di questo mondo, si manifesta sulla terra con due caratteristiche.
C’è un re che non cerca l’onore ma anzi accoglie l’umiliazione che dà la capacità di abbracciare tutti senza far sentire la superiorità. Egli scende par far salire e guarda per sollevare.
Un re con una corona di spine che sa configgere il proprio pensiero per avere quello di Dio come Gesù che lo esprime con le parole note: “Padre,
non sia fatta la mia, ma la tua volontà”(Lc 22,42) e lo fa chiedere nel Padre nostro: “sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” (Mt 6,10).
È il regno di Dio dove stanno coloro che la compiono. Vediamoli.
Santa Teresa d’Avila osserva le persone che fanno la volontà di Dio per dieci anni, quindici anni, e le trova andate così avanti spiritualmente che si interessa e domanda: “Ma come hai fatto ad arrivare ad essere, per esempio, perfetta, come mai sei arrivata a possedere, ad esempio, la libertà dello spirito?». E lei scopre che rispondono: “Non ho fatto niente di speciale, non mi sono imposta nessun sacrificio, nessuna penitenza, non ho fatto preghiere straordinarie: ho obbedito a Dio, alla sua volontà e basta».
San Giovanni d’Avila: “Questo è uno dei veri segni di esser figliuolo di Dio, quando si lascia la propria volontà per far la Sua: e questo non mica nelle prosperità – che ciò sarebbe assai poco -ma nelle avversità, dove assai più vale un «Gran mercé – grazie a Dio», un «Benedetto sia Dio», che tre mila
ringraziamenti, ed altrettante benedizioni, quando ci ritroviamo in buona prosperità”»
Santa Caterina da Siena: Ella dice che chi fa la volontà di Dio viene ad acquistare una grande pace e una grande quiete. E questo ci vuole in questo mondo così agitato, un po’di pace e un po’ di quiete per andare in
profondità, per esser legati al soprannaturale, per avere lo spazio di farlo. … “Perché – dice – ogni pena viene dalla nostra volontà».
Beata Chiara Luce Badano: La sua cameretta, in ospedale prima e a casa poi, diventa una piccola chiesa, luogo di incontro e di apostolato: “L’importante è fare la volontà di Dio… è stare al suo gioco… Un altro mondo mi attende… Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si svela… Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto le gambe, ma mi ha dato le ali…”. La sua avventura terrena termina con le parole: “Mamma sii felice, perché io lo sono. Ciao!”.
In conclusione:
Ogni umiliazione fa sentire ogni volta di più, vicino agli uomini e svela a che punto siamo nella vita di relazione con Dio. Ogni momento in cui ci si arrende, ci si abbandona, ci si cala nella volontà di Dio, è quello che ci fa vivere nel Regno di già anche se non ancora del tu.
San Paolo della Croce ci educa. Dice una cosa: «Io ti do il “sanatotum”» cioè
quello che risana tutto, cioè che risana le piaghe che hai dentro, le aridità, le “notti” dell’anima, quando non si sente più Dio, né si ha più voglia di andare avanti o si è stanchi. Egli dice: «Ti do il “sanatotum”», prendi cioè direttamente da Dio dalla sua mano amorosa, ogni evento. Cioè non dire:
«Uffa, che freddo! E già inverno!» No, il freddo prendilo da Dio e non con il mezzo di quest’ inverno. Succede una disgrazia (per esempio ti fanno uno scippo, ti rubano qualche cosa) tu prendi quest’evento direttamente da Dio, perché Dio è dietro a tutto, una cosa o la vuole o la permette, ma
sempre per un nostro bene, perché ci ama.
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