“Gesù Crocifisso, Abbandonato, Risorto” …
Assapora già la vita eterna che sarà un giorno e quindi non va perduto; può vagare ancora ma senza perdere l’orientamento; sarà fragile ma tornerà forte della forza di Lui, sapendo scoprire nella sua prova il Crocifisso, Abbandonato, Risorto.
“Noi possiamo dire con tutta certezza che chi ha la grazia di capire Gesù così, per quanto delinquente sia, per quanti assassini abbia commesso, chi lo ha capito così – Crocifisso, Abbandonato, Risorto – ha capito il mistero più profondo del cristianesimo ed è salvo. Perché avrà commesso mille assassini, ma nel momento in cui capisce che tutti questi assassini, queste mancanze sono il fallimento della natura umana, sono il fallimento di se come persona e dice a Gesù: Tutto questo ho da offrirti però sono pronto anche a morir per te in questo momento… Chi ha capito Gesù così non può dannarsi perché ama Dio”. (Silvano Cola).
Credo nel Crocifisso…. quando anch’io mi distendo sulla croce di ogni giorno che mi attira a sé.
Credo nell’ Abbandonato…. quando tutte le strade si chiudono e il buio interiore incombe su tutto e io continuo a credere, a sorridere e a dare speranza agli altri.
Credo nel Risorto…. quando sembrando ricevere schiaffi anche dallo stesso Dio, io continuo ad amare e ad abbandonarmi a Lui.
Tutto per dire che la fede non è una semplice parola ma un vivere la vita alla rovescia: là dove c’è dolore ricevo la gioia, dove c’è buio vedo la luce, dove c’è morte trovo la vita.
Credere in lui è anche una grazia che si riceve, cioè un dono che rende sicuri, quando la prova e ogni forma di dolore non diventano piedistallo da cui se ne parla a tutti, su cui ci si siede a piangere senza fine e ci si lamenta e per cui si diventa vittime, ma si trasformano da grido che è solo di strazio a grandiosa melodia di gioia, per l’amore di cui vengono riempiti.
È però necessario camminare insieme e venire accompagnati per cogliere il filo d’oro che lega dolore e amore, fallimento e gioia, peccato e grazia. In Lui Crocifisso, Abbandonato e Risorto.
RIFLESSIONE
Se soffri e il tuo soffrire è tale che ti impedisce ogni attività, ricordati della Messa. Nella Messa Gesù, oggi come allora, non lavora, non predica: Gesù si sacrifica per amore.
Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole, ma la voce del dolore, magari sconosciuta agli altri, del dolore offerto per amore, è la parola più forte, quella che ferisce il Cielo.
Se tu soffri, immergi il tuo dolore nel Suo: dì la tua Messa; (…) e lascia scorrere il suo sangue a beneficio dell’umanità: come Lui!
La Messa! Troppo grande per essere capita! La Sua, la nostra Messa.