Gesù allarga a tutti l’ invito: Se qualcuno vuole venire dietro a me… e detta le condizioni. Condizioni da vertigine.
Prima: rinneghi se stesso. Parole pericolose se capite male.
Rinnegare se stessi non vuol dire mortificarsi, buttare via i talenti. Gesù non vuole dei frustrati al suo seguito, ma gente dalla vita realizzata.
Rinnega te stesso vuol dire: non sei tu il centro dell’universo; impara a sconfinare oltre te. Non una mortificazione, ma una liberazione.
Seconda: Prenda la sua croce e mi segua. Una delle frasi più celebri, più citate e più fraintese del vangelo, che abbiamo interpretato come esortazione alla rassegnazione: soffri con pazienza, accetta, sopporta le inevitabili croci della vita.
Ma Gesù non dice «sopporta», dice «prendi». Non è Dio che manda la croce. È il discepolo che la prende, attivamente.
La croce nel Vangelo indica la follia di Dio, la sua lucida follia d’amore, amore fino a morirne. Sostituiamo croce con amore, ed ecco: se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé il giogo dell’amore, tutto l’amore di cui è capace e mi segua.
Quindi la parola centrale del brano: Chi perderà la propria vita così, la troverà. Ci hanno insegnato a mettere l’accento sul perdere la vita. Ma se l’ascolti bene, senti che l’accento non è posto sul perdere, ma sul trovare.
Seguimi, cioè vivi una esistenza che assomigli alla mia, e troverai la vita, realizzerai pienamente la tua esistenza. L’esito finale è «trovare vita». Quella cosa che tutti gli uomini cercano, in tutti gli angoli della terra, in tutti i giorni che è dato loro di vivere: realizzare pienamente se stessi.
E Gesù ne possiede la chiave. Perdere per trovare. È la legge della fisica dell’amore: se dai ti arricchisci, se trattieni ti impoverisci. Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato.
(Ermes Ronchi)