Con i colleghi ci si chiede come comportarsi con il nostro capo, il professore che dirige la cattedra, che da un certo tempo ha cominciato a scriverci delle note di rimprovero protocollari. Dopo varie proposte vengo incaricato per far arrivare la nostra denuncia al rettore. Mi trovo tra l’incudine e il martello: vorrei aiutare i colleghi e mi dispiace agire contro il capo. Chiedo aiuto a Dio.
Dopo qualche ora ricevo da un’amica un regalo. Senza pensarci due volte, vado a deporre quel dono sulla scrivania del capo, che quando arriva mi fa chiamare. Gli faccio osservare che, avvicinandosi il Natale, mi sembra logico sottolineare che è festa e che siamo una famiglia. Lui resta in silenzio. Ne approfitto per dirgli che le lettere che ci scrive hanno creato tra i colleghi un grande scoraggiamento. Lui mi spiega che lo fa per zelo, ma “se questo rovina i nostri rapporti, non scriverò più queste note di rimprovero”. Nella nostra cattedra torna la pace e la gioia di lavorare insieme. Quando i colleghi mi chiedono cosa sia avvenuto, non so come spiegare che la ricerca del bene dell’altro produce sempre un piccolo miracolo.
T., Ungheria
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