08.02.2015 – 5^ Domenica del Tempo Ordinario: La salute e la malattia alla luce del Padre
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Nel contesto della giornata di Cafarnao, Marco ci racconta due fatti.
La guarigione della suocera di Pietro.
In Matteo e in Luca Gesù agisce da solo; Marco nota, invece, che Gesù e i suoi discepoli “vennero in casa di Simone e di Andrea in compagnia di Giacomo e di Giovanni”; Gesù non si muove senza i suoi discepoli.
Ora nella mentalità religiosa del tempo la febbre era spesso ritenuta una punizione divina e se ne era colpita la donna si poteva sospettare una malattia “da donne” con il conseguente rischio di contrarre l’impurità rituale.
Gesù dunque entra in casa, viene informato del fatto e, cosa inaudita, prende la suocera per mano e la rialza.
Il verbo “rialzarsi” è lo stesso utilizzato per dire la risurrezione. È dunque un segno che anticipa ciò che accadrà allo stesso Gesù. Marco, come Luca, sottolinea poi come la guarigione non sia fine a se stessa: se Gesù libera, guarisce, risuscita è per rendere l’uomo capace di servizio. La donna, infatti, alzatasi “li serviva”.
Esorcismi e guarigioni.
Gesù è di fronte al problema del dolore. La massa dei disperati vuole da Gesù la guarigione e la ottiene. Un guaritore tanto bravo, è ovvio che tutti lo cerchino! Ma è questa la vera risposta che l’uomo attende?
Si fa evidente che c’è un segno di qualcosa che vale di più. C’è infatti un segreto nell’agire di Gesù che sorprende tutti: nel momento in cui era più necessario, Gesù scompare.
I discepoli lo ritrovano, ma dimostrano di non aver ancora capito nulla, dal momento che vorrebbero portarlo indietro, come una sorta di “santuario portatile”.
Ma Gesù contrappone la necessità di annunciare a tutti la sua parola e di andarsene in un altro villaggio: “Per questo, infatti, sono venuto!”. E questo perché è la parola a cacciare i demoni che rappresentano l’uomo che si chiude di fronte al Signore che parla.
In concreto:
Gesù si ritira in un luogo deserto non per sfuggire alla folla, ma per incontrarsi con il Padre. Il segreto di Gesù, che è poi la vera risposta alle domande dell’uomo sulla sofferenza e sul dolore, sta nel suo profondo rapporto con il Padre, espresso nella preghiera notturna e solitaria nella quale i discepoli lo trovano immerso.
Si tratta di una preghiera che, nell’anticamera della passione, suona così: “Padre, non la mia ma la tua Volontà sia fatta!”
Anche i miracoli sono a servizio di Gesù, ma di un Dio che si rivela sulla Croce: quindi non eliminano la Croce, ma – più profondamente – rivelano che in essa è presente la vittoria di Dio.
Gesù non è venuto a risolverci i problemi ma a coinvolgerci con Lui in un cammino di croce reso accessibile dall’amore. Per cui amare quando si soffre, è far crescere l’umanità intorno, è rendere possibile un passaggio da morte a vita.
La prova è resa feconda di bene dall’amore. Anche Gesù è risorto per amore, perché non è possibile che l’amore vero muoia!
Dio infatti è l’eterno Amore.
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