15.02.2015 – 6^ Domenica del Tempo Ordinario: La Quaresima, significati antichi e nuovi

15.02.2015 – 6^ Domenica del Tempo Ordinario: La Quaresima, significati antichi e nuovi

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,

La Quaresima nasce verso il IV secolo.

Svolgeva vari ruoli: preparare i fedeli alla Pasqua, condurre i catecumeni alla celebrazione del Battesimo, riammettere i penitenti.

Il tempo della Quaresima risulta dalla fusione di alcune pratiche di cui la Chiesa dei primi secoli, in fasi anche relativamente diverse, aveva sentito la necessità.

Fin dal II secolo, la celebrazione della Pasqua è preceduta da qualche giorno di digiuno e di preghiera. Ma solo verso il IV secolo, in una fase della storia cristiana nella quale l’appartenenza alla fede aveva perso molta della sua tensione carismatica, si era sentita l’esigenza di anteporre al Tempo Pasquale un cammino di necessario «esercizio spirituale» per ritrovare la giusta intensità della fede.

Era nato così il tempo della «quadragesima», il quarantesimo giorno prima della Pasqua, che cadeva la sesta domenica precedente. Nasceva così un tempo di quaranta giorni prima della Pasqua, che, già a partire dalla scelta numerica, evocava i più noti momenti biblici del rinnovamento e della conversione (i 40 giorni e le 40 notti del diluvio, i 40 anni trascorsi dal popolo nel deserto, i 40 giorni delle tentazioni di Gesù).

Durante questo tempo, ci si prendeva cura del percorso di preparazione cristiana dei catecumeni che terminava con il Battesimo durante la Veglia pasquale. Ma a questo cammino di ricostruzione spirituale in vista della Pasqua e del Battesimo si sarebbe anche sovrapposta l’«invenzione» della seconda penitenza cristiana.

Per la generazione apostolica infatti la rinascita del Battesimo era nel contempo la definitiva penitenza del cristiano che, rinascendo nello Spirito, cambiava definitivamente vita ed era perdonato una volta per tutte. .

Ma la storia ha ben presto posto la Chiesa di fronte al fenomeno del peccato dei battezzati. Se il Battesimo è l’unica e non ripetibile forma di penitenza possibile, che cosa succede se a commettere dei peccati è proprio un battezzato? La Chiesa avrebbe dovuto presto concepire la possibilità di una seconda penitenza, che avrebbe preso la forma di un cammino di riammissione nella comunità e all’Eucaristia, dopo essersi nuovamente esercitato nelle esigenze essenziali della vita cristiana.

La Penitenza era relativa a peccati di pubblica gravità e richiedeva una riconciliazione pubblica con la comunità. Il Tempo della «quadragesima» era diventato dunque il momento ideale nel quale collocare il cammino di «recupero» dei penitenti per questa seconda e definitiva riconciliazione. Essi si iscrivevano in un vero e proprio ordine, denunciavano pubblicamente i loro peccati, e, a conclusione del cammino penitenziale, venivano riammessi solennemente alla partecipazione eucaristica nelle liturgie pasquali. L’inizio solenne del cammino penitenziale tuttavia non poteva essere effettuato la sesta domenica precedente la Pasqua, poiché di Domenica era impensabile un rito penitenziale.

Nasceva così il Mercoledì delle Ceneri .

Giuliano Zanchi