Una mia anziana parente viveva sola. Valutava persone e avvenimenti in modo sempre negativo. Questo suo modo d’essere le aveva provocato, nella cerchia familiare, una certa emarginazione.
Quando per la salute non poté stare più sola, mio marito ed io decidemmo di invitarla a pranzo tutti i giorni e che io andassi la mattina a farle compagnia. Quando andavo da lei si illuminava. A pranzo, quando cominciava con qualche critica, sviavamo il discorso e questo è diventato come un gioco anche per i nostri figli. Lentamente ha perso la sua asprezza ed è arrivata perfino a raccontare storielle ai bambini.
Quando è morta, era ormai serena.
I.P. – Svizzera
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