Cento anni. L’Italia in guerra, in una guerra come tutte le guerre inutile. Cento anni. Vite spezzate, storie perse per sempre. Cento anni. Ancora tanto dolore, ancora decine e decine di guerre. Come se la storia non avesse nulla da insegnare. La guerra è un mistero. Nasce nel cuore dell’uomo. Ma ha radici precise. Non sono un idealista, non sono un visionario, non sono un pacifista, né un attivista politicizzato. Seguo la semplice logica: fino a quando continueremo a costruire armi, il mondo non avrà futuro.
Questo perché le armi uccidono cinque volte.
- La prima perché per essere costruite sottraggono investimenti di miliardi di dollari destinati allo sviluppo, a costruire scuole, ospedali, case.
- La seconda perché solo per il fatto di essere progettate distolgono intelligenze giovani che potrebbero essere applicate ad altri progetti di bene.
- La terza perché quando sparano uccidono per davvero.
- La quarta perché alimentano la vendetta e preparano la prossima guerra.
- La quinta perché producono ferite inimmaginabili, spesso invisibili, nei reduci.
In un mondo così complesso è difficile sperare, difficilissimo. Ma io non mi arrendo. Continuo a pensare che l’oggi sia ancora nelle nostre mani. Per questo dico: «Basta armi!». Forse non sarà oggi, non sarà domani. Ma io lo so: ci sarà un tempo senza voi.
(Ernesto Olivero in Avvenire del 24.05.2015)
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