Un giorno decido di uscire per il mio solito giretto nel campus, con l’intento di conoscere nuovi studenti e fare un po’ di evangelizzazione. Sulle rive di uno dei due laghi che abbelliscono l’università, proprio davanti all’edificio dove i giovani vanno per mangiare, studiare e trovarsi con gli amici, vedo una ragazza che se ne sta per conto suo. Mi avvicino e provo ad iniziare una conversazione. Non appena le dico che sono una consacrata, lei mi risponde che è agnostica, e aggiunge che ha scelto di studiare a Madison perché quell’università è notoriamente liberale.
“Come inizio non c’è male…” dico tra me e me, “sarà mai interessata a sentire quello che le vorrei dire?” Con semplicità decido di condividere con lei la mia esperienza di come sia possibile incontrare e conoscere Dio e della gioia che ne deriva. Lei risponde con interesse e in men che non si dica ci immergiamo in una bella conversazione sulla fede e su Dio. Mi rendo conto che questa giovane è più aperta a Lui di quanto lei stessa si immagini. Ad un certo punto addirittura mi esprime la sua preoccupazione per sua sorella, che si dichiara atea. Alla fine ci lasciamo con gioia. Lei non vede l’ora di tornare dalla sua compagna di stanza per raccontarle di quell’incontro, ed io ricevo l’ennesima lezione dal Signore che mi insegna a non fermarmi alle apparenze.
Suor Celestina delle Apostole della Vita Interiore
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