Vado periodicamente a trovare alcune detenute per cercare di aiutarle. Posso fare per loro piccole cose: portare un giornale, un libro, un paio di calze calde, una sciarpa… e vedo tornare sul volto di alcune di loro un sorriso. Lucia, in particolare, a poco a poco, mi diviene amica, mi parla delle sue preoccupazioni, del suo dolore, delle sue angosce che tra le mura del carcere si moltiplicavano. L’ascolto con attenzione, provo tanta impotenza ma vedo che per lei “sfogarsi” – così diceva di poter fare con me – la rasserena un po’.
Un giorno mi ha detto: “Ti voglio bene”. Ho pensato che forse sarebbe stata contenta di venire in casa nostra nei giorni di permesso. Ne abbiamo parlato con i figli, anche loro erano d’accordo così nei giorni di libera uscita l’abbiamo accolta fra noi. Abbiamo condiviso la sua gioia, sono stati brevi momenti di festa. Un Natale è stato speciale. Viene da noi mio fratello con tutta la famiglia. Conoscendolo, temo che non accetti volentieri la presenza di Lucia. Non so cosa fare, insieme abbiamo deciso di aspettarlo e di accoglierli come la sorpresa più bella. Ed è stato proprio questo a capovolgere le cose. Mio fratello, dopo un primo momento di sorpresa, si è sentito coinvolto, partecipe in questa gara d’amore. È stato il Natale più bello. (P. M. – Italia)
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