01.11.2015 – 31^ Tempo Ordinario: Misericordia: il nome
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,La parola italiana, che deriva dai termini latini, è composta da
MISER (misero, sventurato)
COR (cuore)
significa: “il cuore toccato dalla miseria altrui”.
In questa eccezione la misericordia suggerisce un sentimento di compassione.
Ma possiamo intenderla solo come pura emozione e semplice movimento del cuore? Ecco i termini (i primi tre dal greco, il quarto rahamim dall’ebraico)
- Éleos.
Indica un sentimento di pietà e di intima commozione.
Lo conosciamo, sia perché è la radice semantica da cui viene il termine “elemosina”, sia per il “kyrie eleyson” della celebrazione eucaristica, “Signore pieta”.
- Splanchnòn.
È la compassione e un atteggia- mento che indica un coinvolgi- mento profondo che spinge ad agire per porre fine alla causa del dolore che affligge una persona.
- Oiktirmòs.
È un atteggiamento umano di commiserazione e misericordia verso le sventure del prossimo.
- Rahamim.
Deriva da rachàm utero (al plurale, viscere) che rimanda all’intenso amore della madre verso il proprio figlio.
È un termine che esprime in maniera intensa ed efficace questo sentimento che nasce nella parte più profonda del nostro essere.
È lì la sede della compassione, della compartecipazione al dolore dell’altro e dell’accoglienza dell’altrui destino.
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