- “Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente” (Sof 3,17).
- “Il Signore è vicino!” (Fil 4,5).
- “Viene colui che è più forte di me” (Lc 3, 16).
Il Signore è in mezzo a voi, siate lieti nel Signore. È una gioia dovuta alla sua presenza che dà sicurezza e vera garanzia che, qualunque cosa accada, c’è Lui.
Una presenza che porta con sé lo Spirito Santo che “dilaga” in amore: lo fa sentire immergendovi tutti coloro che lo vogliono. È a disposizione non solo l’Amore che fluisce ma la stessa sua sorgente.
E questo amore è fuoco che brucia ciò che ha da bruciare, in particolare l’odio, e riscalda ciò che è freddo e rigido. È una forza che rende possibile l’impossibile.
Esso scatena nel mondo una corrente nuova che rasserena i cuori e riappacifica anche le menti: le idee vengono espresse come doni; le braccia si allargano per accogliere; le mani si stringono in amicizia; gli occhi guardano con misericordia; i piedi si muovono verso il nemico.
E allora la gioia che sembra utopia, diviene fisionomia vera degli uomini che diventano affabili gli uni verso gli altri.
E si vede sulla terra la misericordia di Dio in atto, come dice Papa Francesco:
“Sì, Dio ci ama tanto da gioire e compiacersi insieme a noi. Ci ama di un amore gratuito, senza limiti, senza attendersi nulla in cambio.
Non gli piace il pelagianesimo – che ci porta ad avere fiducia nelle strutture -.
Questo amore misericordioso è l’attributo più sorprendente di Dio, la sintesi in cui è condensato il messaggio evangelico, la fede della Chiesa.
La parola “misericordia” è composta da due parole: miseria e cuore. Il cuore indica la capacità di amare; La misericordia è l’amore che abbraccia la miseria della persona. E’ un amore che “sente” la nostra indigenza come se fosse propria, con lo scopo di liberarcene. «In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1 Gv 4,9-10).
A Dio non piace nemmeno lo gnosticismo – che porta a confidare nel ragionamento logico e chiaro, il quale però perde la tenerezza della carne del fratello -.
«Il Verbo si fece carne»: ha voluto condividere tutte le nostre fragilità; ha voluto sperimentare la nostra condizione umana, fino a farsi carico con la Croce di tutto il dolore dell’esistenza umana”. (dall’ omelia del 12.12.2015)
Per finire.
Una frase mi ha attraversato la mente e il cuore, quasi a ferirlo:
Non giudicare, perché Io posso perdonare tutto. Non sono come te!”.
L’ho presa come detta da Dio.
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