25.12.2015 – Natale Aurora: Lasciare qualcosa per raggiungere qualcuno!
, Con 0 Commenti, Categoria: Natale 2015,“Tu sarai chiamata Ricercata, Città non abbandonata” (Is 62, 12).
“Ci ha salvati per la sua misericordia” (Tito 3, 5).
“Andiamo, vediamo …andarono e trovarono” (Lc 2, 15.16).
I pastori, poco osservanti e ladruncoli, scendono da Gesù e si trovano, con sorpresa, a loro agio. Quel bambino garantisce una vita pulita perché irradia e versa su chi lo avvicina, l’Amore puro capace di rinnovare tutto.
Ognuno che va da Lui si sente capito non perché gli si dice: tu sei buono, oppure: tu sei cattivo, questo significa essere scoperti; l’essere capiti gli si dice che prima di essere buono o cattivo, c’è Qualcuno che lo ha pensato, voluto e amato e, per questo, il suo bene si può moltiplicare non solo per se ma anche per altri e il male può scomparire con l’egoismo che lo contraddistingue per far posto alla gioia di donarsi agli altri.
Gesù è venuto per allargare il cuore. La sua venuta è tutta questione di amore; per questo è rifiutato da chi non se la sente di amare e non può far nulla con chi ama solo se stesso. È appena nato e già si sente il disturbo di questo bambino che invade mente e cuore e chiede di uscire da se per “prendere dentro” l’altro.
Ecco due brani di Papa Francesco che sono utili per la riflessione:
“Dio non può non amare. E questa è la nostra sicurezza. Una sicurezza che coinvolge tutti, senza esclusioni di sorta. Io posso rifiutare quell’amore, ma farò la stessa esperienza del buon ladrone che lo ha rifiutato fino alla fine della sua vita e proprio lì lo aspettava quell’amore. Anche l’uomo più cattivo, il più bestemmiatore è amato da Dio con una tenerezza di padre, di papà o, per usare le parole di Gesù, come una chioccia con i pulcini”. (Papa Francesco a Santa Marta)
“Come i pastori siamo pronti a lasciare qualcosa per raggiungere qualcuno, con cui condividere la gioia di aver incontrato il Signore e anche la fatica di camminare sulla sua strada? Avvicinarci agli uomini e alle donne del nostro tempo vuol dire anche rischiare ma non c’è fede senza rischio. Una fede che pensa a sé stessa e sta chiusa in casa non è fedele all’invito del Signore, che chiama i suoi a prendere l’iniziativa e a coinvolgersi, senza paura. Per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere”. (a Prato)