Il mio amico migliore si riteneva ateo; nei suoi discorsi, nel suo modo di pensare non c’era traccia di Dio. Mi faceva molto soffrire questo suo modo di essere. Parlandone con altri amici, ho capito di dover puntare soprattutto a volergli bene, senza cercare di convertirlo. Tante le occasioni: aiuto nello studio, parlare con lui di cose che gli interessavano e soprattutto pregare.
Un giorno, con mia grande sorpresa, l’ho trovato in chiesa. All’uscita mi ha confidato che quella mattina gli era venuto il desiderio di andare alla Messa e inoltre mi chiedeva di accompagnarlo un giorno a confessarsi.
Mi sono accorto alla fine che non solo lui si era avvicinato a Dio ma anch’io, grazie e a lui.
M.Z., Italia
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