Possiamo iniziare chiarendo prima un particolare del racconto.
Viene rilevata la posizione di Maria: stava seduta ai piedi del maestro. Non è una banale informazione, anche perché il testo originale accentua il dettaglio: “Maria, la quale era addirittura seduta ai piedi di Gesù”. In quel tempo serviva a indicare l’inclusione fra i discepoli da parte di un rabbino. Era applicata a chi partecipava ufficialmente e regolarmente alle sue lezioni. Che c’è di strano in questo fatto? Nulla per noi, ma, in quel tempo, nessun maestro avrebbe mai accettato una donna fra i suoi discepoli.
In più: non si dice che Maria ascolta la sua Parola. Non ascolta le Parole, le chiacchiere, ma la Parola, il Vangelo.
Questa parte è dichiarata migliore ma non significa che l’altra non sia buona! Noi siamo di fronte a due cose ugualmente buone, solo che una è migliore.
Perché?
Per vivere sulla terra bene e in pace bisogna capire come si vive in cielo così che si compia sulla terra la volontà di Dio come si compie in cielo.
Poi si comprende come il momento di ascolto e colloquio sia per davvero un vivere in casa con il Padre, Papà, abbà, Maria la Mamma, Gesù, i Santi che avendo vissuto sulla terra ci possono dire come si fa a vivere in sintonia con il cielo alla luce dello Spirito Santo.
È dunque una parte da non poter togliere per non deviare, disorientarsi o perdersi assumendo il pensiero e il modo di vivere del mondo. Tutto si può lasciare durante il giorno ma non questo momento. È l’anima della vita.
Ha inoltre il beneficio di non immettere in un circuito dove ha la meglio l’affanno e l’agire a vuoto. C’è infatti spesso un modo di fare cose buone in maniera caotica che se giustamente ci sprona a dare tutto di noi stessi, può tuttavia anche bruciarci. In tal caso si cade nel pericolo di non poter più compiere quel bene che si vorrebbe fare.
Anche per noi oggi l’impegno apostolico, le scelte comunitarie, i progetti pastorali se non sono guidati dalla Parola si riducono a rumore vano, scomposto agitarsi di pentole e mestoli.
È chiaro però che colui che ascolta Gesù non dimentica l’impegno per l’uomo ma impara a svolgerlo nel modo giusto…senza agitazione.
L’ascolto della Parola che si fa colloquio con Dio è l’equilibratore di una vita che può essere anche impegnatissima ma mai senza senso.
Lascia una risposta