“Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te.” (Is 60,1.2)
Mentre intorno c’è tenebra, su di voi splende la luce del Signore. È la realtà più bella che ha la capacità di illuminare e quindi rompere del tutto le tenebre che hanno il loro punto debole, quello di essere rotte da un semplice cerino acceso.
La visione di Isaia non è una illusione quando tanta gente viene a chiedere aiuto e speranza. E dov’è la speranza se non in Colui che scende dal cielo e al cielo sa ritornare?
“Le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.” (Ef 3,6)
Ogni uomo è chiamato a riconoscere Gesù, a far parte di Lui, del suo stesso corpo. I confini non hanno termine; esso è invisibile e si perde nell’infinito di Dio, perché è infinito il suo Amore. Il suo abbraccio è più che planetario. Che bello vedere Dio così aperto e tale da accogliere ogni uomo come fa un Padre con i suoi figli!
“Dov’è colui che è nato?” (Mt 2,2)
È la domanda che l’uomo rivolge a tutti: ditemi, per favore, dov’è nato! Anche se voi non lo frequentate, ditemi almeno dov’è! Andrò io!
A Betlemme. Ma in quale Betlemme oggi alberga Gesù così che io lo possa trovare?
Una Betlemme ultima ma non ultima. Geograficamente ultima ma prima nella mente di Dio.
Là dove c’è qualcuno che è ultimo si trova Colui che è il Primo, l’ Ultimo e il Vivente!
E allora bisogna dirigersi là e accogliere gli ultimi, i veri primi in graduatoria. Il mondo si allontana da Dio per quanto si allontana e non pensa agli ultimi, ai bisognosi, a quelli ai quali nessuno pensa.
La luce della stella si eclissa su Gerusalemme che dorme, dove i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo studiano ed Erode escogita pensieri di odio e di morte.
Essa riappare subito dopo ed è un tripudio di gioia per chi cerca.
La luce è segno di vita. Quella luce e quella casa di ogni famiglia dove c’è Maria con Gesù che fa la sua gioia.
Non è nominato Giuseppe che è fuori a procurar cibo per quella creatura meravigliosa che è Maria e quel Bambino originale che è Gesù, il Figlio di Dio con loro.
È stabilito così un compito per ognuno in casa e per la casa. In famiglia.
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