01.03.2017 – Ceneri: RITORNATE A ME CON TUTTO IL CUORE (Gl 2,12)
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,All’inizio della quaresima non c’è una nostra iniziativa, ma l’indistruttibile desiderio che Dio ha di incontrare ancora il nostro volto, oltre ogni ruolo e maschera che abbiamo assunto.
La conversione, secondo il vangelo, non è un intenso sforzo che siamo chiamati a compiere per togliere il brutto della nostra vita; anzi, molti perfezionamenti della nostra umanità li facciamo per essere “lodati” (Mt 6,2) e “visti” (6,5) dagli altri in una miglior luce come dichiara lo stesso Gesù: “state attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli” (6,1).
Ciò che serve è la disponibilità a lasciarci “riconciliare con Dio” (2Cor 5,20), capace di compiere follie pur di rivelarci il suo infinito amore.
Tuttavia il nostro cuore incerto ha bisogno di compiere dei gesti per aprirsi autenticamente alla luce di Dio, e così “non accogliere invano” (6,1), la forza trasformante della sua bontà.
Per questo è necessaria una scelta: rinunciare alla confidenza in sé e nel proprio fare per imparare a lasciarsi amare e così ricevere quella possibilità che viene da Dio e dal suo “fare per noi”.
Ne viene un dono che ci precede e ci segue.
Ci precede consentendo la nostra
risposta, offrendoci una possibilità che altrimenti non avremmo.
Quando rispondiamo, ecco che il dono ci segue, portando frutti sempre più abbondanti, dovuti alla generosità di Dio e alla nostra accoglienza fiduciosa.
Più Dio dona, più diventiamo capaci di corrispondere al suo dono; più gli corrispondiamo, più egli tornerà a donarci, finché questa logica del dono può divenire una sorgente inesauribile nella nostra vita!
Ecco allora i gesti quaresimali utili per la nostra comunità parrocchiale:
1. Digiuno dalla confidenza in sé e nel proprio fare che porta a scegliere solo ciò che piace ed è secondo i propri gusti. Esercizio di umiltà
2. Elemosina che diviene così un donare ciò che si pensa e si crede possa essere buono a dirsi e a farsi; è un costruire insieme e anche un entrare nel mondo dell’altro dove si scopre la sua ricchezza come la sua povertà. Esercizio di comunione concreta.
3. Preghiera che si trasforma in momento comunitario dove si scopre che il Padre conosce non solo il cuore o le necessità di uno ma anche il cuore o le necessità di altri; e si può così imparare ad amare con il suo cuore caricato dal suo amore. Esercizio di preghiera reciproca.