07.05.2017 – 4^ Domenica di Pasqua: Solitudine aperta
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Maria. Ma come si può immaginare Maria, come ci viene descritta dalla Scrittura? Come viene dipinta, cantata, scolpita dagli artisti di tutti i tempi?
Non certo come una persona tutta agitata, precipitosa, sempre di corsa, attenta unicamente a ciò che avviene al di fuori, ma come una creatura soffusa di mistica bellezza, che rivela un immenso tesoro nascosto nel suo cuore: Dio.
Guardandola, contemplandola, ammirandola, Ella immette, specie in chi è più sensibile, una sete fortissima di raccoglimento e di segretezza.
Ma se ben osserviamo, Maria non è sempre sola; non è unicamente attratta dalla sua solitudine con Dio nel suo cuore. La vediamo cantare il Magnificat di fronte ad Elisabetta, sua cugina; la sappiamo ospite a Cana di un convito; l’ammiriamo sofferente assieme a Gesù in croce con accanto discepoli e donne; la pensiamo presente nel Cenacolo, dove prega con gli apostoli e riceve con loro lo Spirito Santo.
È una vita normale, la sua, e modello non solo di chi, per amore, si ritira in solitudine, ma anche di coloro che sono chiamati ad essere e ad agire in mezzo al mondo.
Noi dobbiamo certamente amare Dio, Gesù nel nostro cuore, dove Egli è, e nella Santissima Eucaristia, che sempre ci attende; ma dobbiamo amarlo anche in ogni altra sua presenza che noi conosciamo, e quindi pure in tutti i fratelli che incontriamo. In essi dobbiamo infatti ravvisare Gesù, quello stesso Gesù che è presente nel nostro cuore.
In tal modo ogni nostro rapporto nella vita non è che con Uno solo, con Lui solo, con Gesù.
Chiara Lubich
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