28.05.2017 – Ascensione del Signore: I VERBI DELL’ANNUNCIO (Mt 28,16-20)

28.05.2017 – Ascensione del Signore: I VERBI DELL’ANNUNCIO (Mt 28,16-20)

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

“Andate” (19).

Uscite, non rimanete al chiuso dove il caldo addormenta e l’aria si consuma. Aprite innanzitutto porte e finestre: l’orecchio che ascolta, l’occhio che guarda lontano e dà indicazione ai piedi e muove le mani a compiere gesti dal significato vero.

Andate c’è sempre qualcuno che vi aspetta; non vi accontentate dei soliti e degli amici che vi soddisfano. Ci sono tanti altri che desiderano entrare nella vostra vita e sono i poveri, chi è solo, chi è senza famiglia, gli emarginati e, in genere, gli scartati.

“Fate discepoli tutti i popoli” (19).

Non ci sia gente sbandata, senza orientamento. Fate in modo che sia possibile cogliere i valori veri per i quali vivere.

Entrate nella vita della gente che può scomodare ma che, nel contempo, vi chiede aiuto e vicinanza. Fate sentire il calore che proviene da un amore concreto fatto di opere e gesti che dicono: stai tranquillo, puoi contare su di me!

 “Battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (19).

Introducete nella famiglia di Dio. Annunciate la verità su Dio che è Amore, capace solo di dono fino ad esprimere l’unità dei più. Che nessuno debba pensare ad un Dio solitario, in grado di dare ordini e comandare, di portar via le persone a noi care e di seminare triboli e spine sul campo della nostra vita. Un dio questo che non esiste, se Io sono venuto a sacrificare me stesso lasciando liberi voi. Io sacrifico me stesso e non chiedo sacrifici, sarà poi ognuno in grado di comprende come rispondere con la sua vita a questo mio essere dono per lui e per tutti.

“Insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (20).

Io vi ho parlato della mia vita, della mia esperienza con il Padre e lo Spirito Santo. Fate sì che nessuna parola sia vuota ma si esprima come vita.

Insegnate a vivere e non imbottite di parole la mente di chi ascolta. Anche io ho prima vissuto e poi parlato. Che ogni persona possa fare esperienza di Me che sono in voi, con voi e tra voi.

L’esperienza di Me è incentrata in un continuo passaggio da morte a vita. La croce dice solo un discendere per poi risalire, il buio un tunnel che conduce alla luce.

Soffrite con chi soffre e gioite con chi è nella gioia; portate i pesi gli uni degli e così adempirete la mia legge.

Amatevi come io ho amato voi: sentirete la vita che si consuma e, per questo, la realizzerete in pieno e lascerete orme in delebili che saranno calcate da altri, tanti altri, in una catena interminabile!