15.10.2017 – 28^ del Tempo Ordinario: INVITO A NOZZE! (Mt 22, 01-10)
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!” (Mt 22, 4).
C’è da chiederci: quale immagine di Dio abbiamo nella nostra mente? Forse non quella di uno che invita a nozze. Ma è proprio questo invito diretto che dice la verità sui commensali legati a questo figlio, così avvolti dallo stesso amore di Padre, da formare una vera corona di figli che vivono e godono, fin d’ora, nel seno del Padre! In Oriente, come per ogni semplice sedere a mensa, si tratta di comunione di vita, amicizia.
Perché allora “la festa di nozze è pronta, ma gli invitati non ne erano degni!” (22,8)?
Non si tratta di un cattivo comportamento, ma di una superficialità che rende incapaci di gustare la gioia che proviene dallo sguardo di un altro: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). Per essere invitati felici e consapevoli della festa nuziale tra Dio e la nostra umanità, bisogna essere disposti a lasciarsi strappare dal volto il velo della tristezza per essere rivestiti integralmente da colui che non solo vuole donarci una vita nuova, ma vuole essere anche al nostro fianco per gustarla e viverla insieme: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza» (ls 25,9)” (da Messa e Preghiera quotidiana EDB ottobre 2017, pag 167).
Non rimane allora che un secondo giro, che dà un risultato incredibile: “usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala di nozze si riempì di commensali (22,10).
Buoni e cattivi? Mi chiedo di nuovo: quale immagine di Dio ho in testa? E ancora: chi io dichiaro buono e chi cattivo? Quale il mio metro per andare così sicuro?
E allora può sorgere un malinteso sulle risposte alla chiamata: se i primi, comunque buoni, dicono di no, non vorrà dire che per loro o non è importante oppure non conoscono Colui che li invita?
E se gli altri, dichiarati cattivi, aderiscono, non sarà perché essi già sentono nel cuore la misericordia che li attira?
Dice Papa Francesco: La misericordia è il nome di Dio. E continua: “Dio non delude mai. La sua volontà nei nostri confronti non è nebulosa, ma è un progetto di salvezza ben delineato: «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4) (Udienza 11.10.2017)
Per cui chi è quell’uno senza abito nuziale?
Può essere uno che non ha compreso, e non comprende ancora, che il Vangelo di Dio, è buona notizia di un Dio capace di gioia e che quindi invita a far festa, una festa continua.
L’invito esprime un desiderio, che tu ci sia, chiunque tu sei.
Non pensare alla perfezione; i perfetti non sono in lista anche perché non ci sono.
Guardati e riconosci di essere bisognoso della sua misericordia e osserva quanta ne usa per ognuno, ora domani e sempre.
Credi con tutto te stesso che Lui ti vuole a mensa.
E se pensi di non avere l’abito adatto ad un convito nuziale sappi che lo puoi indossare subito perché è pronto e confezionato da mani divine che hanno scritto sopra: tu sei mio figlio!
Ricorda che Dio ti ama, Gesù viene a dare la sua vita per te, ti è vicino.
Forse è giunto il momento di “credere – per davvero – all’amore che Dio ha in noi” (1Gv 4,16) e vivere questo suo amore che è quello che ci salva.
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