22.10.2017 – 29^ del Tempo Ordinario: FEDELI ALL’UOMO E FEDELI A DIO! (Mt 22, 15-21)

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

FEDELTÀ ALL’UOMO
“Rendete a Cesare quello che è di Cesare” (Mt 22, 21).
È la nuova evangelizzazione dell’uomo: vivere l’uno accanto all’altro e non più contro l’altro.
Anche una moneta ne indica il progetto di vita che si realizza quando essa è data e circola. Non si può tenere per sé ciò che è per altri e di altri. Se quella moneta non si dà, qualcuno ne soffre e si creano disparità. La tassa ha un significato solo nella logica del bene comune.
La fedeltà all’uomo non è semplicemente e soltanto una parola che si pronuncia a suo favore o in sua difesa ma anche e soprattutto intervenendo concretamente quando è nel bisogno perché abbia il necessario per vivere.
FEDELTÀ A DIO
“Date a Dio quello che è di Dio!” (22,21)
La fedeltà a Dio dice un riconoscimento continuo del suo volto di Padre. Non è quella dello schiavo nei confronti del padrone ma quella di un figlio vero. Per questo non comporta un insieme di norme – più prerogativa delle schiavo -, ma un atteggiamento nuovo nei confronti della bellezza di Dio e della sua provvidenza nei nostri confronti.
È riconoscere il Dio della vita che lascia ovunque le sue tracce e vi appone la sua firma.
È dargli quel posto da cui può continuare a riproporre quel progetto che è da sempre in Lui e che continuamente si sviluppa.
È riconoscere che noi non siamo Dio e che senza di Lui non possiamo vivere.
IL VANGELO NELLA VITA
Riscoprire nel creato l’orma di Dio ed esserne custodi.
“Mediante la missione della Chiesa, è Gesù Cristo che continua ad evangelizzare e agire, e perciò essa rappresenta il kairos, il tempo propizio della salvezza nella storia. Mediante la proclamazione del Vangelo, Gesù diventa sempre nuovamente nostro contemporaneo, affinché chi lo accoglie con fede e amore sperimenti la forza trasformatrice del suo Spirito di Risorto che feconda l’umano e il creato come fa la pioggia con la terra. «La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali»” (papa Francesco: dal messaggio giornata missionaria 2017)
Essere persone socialmente corrette che non vedono il semplice tornaconto personale ma il bene di tutti, e operare in questo senso.
“La missione dice alla Chiesa che essa non è fine a sé stessa, ma è umile strumento e mediazione del Regno. Una Chiesa autoreferenziale, che si compiace di successi terreni, non è la Chiesa di Cristo, suo corpo crocifisso e glorioso. Ecco allora perché dobbiamo preferire «una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» (ibid., 49) (papa Francesco: dal messaggio giornata missionaria 2017)
Mettere Dio al primo posto, e collaborare con Lui alla realizzazione del suo disegno d’amore: tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4) e che siano una cosa sola, una sola famiglia.
«Sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intraprendono varie forme di militanza e di volontariato […]. Che bello che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!» (EG 106). (papa Francesco: dal messaggio giornata missionaria 2017)
TRAFFICATE LE VOSTRE MONETE con cui potete dare cibo a chiunque, istruzione a chiunque, ciò che serve a vivere una vita dignitosa e in pace a chiunque, una vita serena anche quando c’è necessità di cure.
METTETE A FRUTTO la vostra vita con tutti suoi doni che esprimono la bellezza di quell’immagine di Dio che vi è stampata, indelebile. Voi siete la gloria di Dio. In voi Egli si specchia. Dategli dunque più gioia possibile quando vede in voi quella sua immagine lucente e splendida. Che la sua volontà sia anche la vostra.