28.01.2018 – 4^ del Tempo Ordinario: GUARIRE NEL PENSIERO E  NEI GESTI

28.01.2018 – 4^ del Tempo Ordinario: GUARIRE NEL PENSIERO E NEI GESTI

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro.

Cosa significa “spirito impuro”? Spirito significa forza, energia che, se viene da Dio, attrae l’uomo dentro la dimensione divina dell’amore; quando, invece, viene da forze contrarie a Dio si chiama impuro perché mantiene l’uomo nella cappa delle tenebre e quindi della morte: lo chiude in se stesso, nei propri pensieri e in compagnia dei suoi desideri che lo isolano dagli altri.

Di fronte a Gesù è come se prendesse voce umana che dice un possesso della mente e del cuore, che detta regole e comportamenti e che ora percepisce come tutta questa costruzione interiore, sia in fase di demolizione.

Gesù mette a tacere quella voce perché non abbia più presa sull’uomo.

È un comando che dice la gravità della situazione. Qui si tratta infatti di vivere o di morire. Esattamente di morte vera o vita vera. La morte è rappresentata da una visione della cose che non parte da Dio ma opera un filtro per arrivare a Dio. Come a dire: solo se agisci in un certo modo, osservi certe leggi – accesso reso presso ché impossibile! – ti salverai, altrimenti sarai condannato. Come se Dio non avesse alcuna la possibilità di incontrare l’uomo suo figlio, di fare qualcosa per Lui, perché ridotto ad uno schiavo!

Quel “taci” dice: smettila di ingannare e di dire di Dio cose non vere, ciò che Lui non è mentre sai chi è Lui!

La guarigione non è tuttavia indolore. C’è di mezzo un vero e proprio strazio!

L’adesione al vero bene, il tornare in relazione, ammette una reale fatica ed è necessario essere accolti e accompagnati da qualcuno e introdotti in una comunità viva che aderisce alla Parola del Vangelo. È infatti la Parola di Gesù che guarisce e non certo lo sforzo dell’uomo.

Che è mai questo? Un insegnamento nuovo.

La gente sente nel messaggio di Gesù un’eco nuova, sente la parola di Dio che arriva al cuore delle persone. L’insegnamento degli scribi era un insegnamento ripetitivo, teso soprattutto ad inculcare sempre il senso di colpa, l’indegnità delle persone. L’insegnamento di Gesù è l’eco della parola di Dio, una parola che, se accolta, trasforma la vita delle persone.

Ogni Parola di Gesù presa sul serio può operare un autentica trasformazione sia della nostra che della vita degli altri. C’è solo da crederci, consapevoli che quella Parola è Parola di Cielo diversa e lontana dalle nostre, molto lontana. Ma possibile a viversi, dagli effetti inediti e dirompenti. Quella parola apre il cielo alla terra. Per tutti.

Lasciamo che il cuore, la mente e il nostro essere, sia trasformato dalla Parola di Gesù, vivente nella comunità, così da diventare vangelo che gli uomini e le donne del nostro tempo possono leggere.

Gesù presente in noi e tra noi può stupire e attirare ancora.

Diceva una persona in ricerca della fede:

“Per me i cristiani veri parlano con gli occhi. Per ora li ammiro anche se non riesco ad essere come loro”.