11.03.2018 – 4^ Quaresima: UN AMORE SCONFINATO

11.03.2018 – 4^ Quaresima: UN AMORE SCONFINATO

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito»”.

Il Dio di Gesù è un Dio che offre, che arriva addirittura a offrire se stesso.

“«Perché chiunque crede in lui (amore) non vada perduto, ma abbia la vita eterna»”.

Amore chiama amore e Dio vive, per amore, nell’uomo accompagnandolo in tutto il suo agire. Chi ama conosce Dio. Se infatti Dio è Amore come è possibile venire in contatto con Lui se non si è nell’amore?

La vita eterna è dunque aderire a Gesù che appare qui come il dono dell’amore di Dio per l’umanità. Dio è amore che desidera manifestarsi e comunicare. E Gesù è la massima espressione di questa manifestazione e comunicazione di Dio.

“«Dio infatti non ha mai mandato il Figlio nel mondo per condannare»”, anche se il verbo qui non è condannare, ma “«‘giudicare’ il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui»”.

Dio è amore e in lui non c’è né giudizio né condanna, ma c’è soltanto offerta di vita.

L’invio di Gesù sulla terra non è quindi un semplice annuncio di una via da percorrere per raggiungere il senso della vita e una felicità vera. Gesù viene perché ci sia una via di salvezza da percorrere e vivere insieme con Lui. Quindi si tratta di restare in Lui, vivere come Lui dice, percorrere le sue orme, e tutto è fatto. “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10) dirà. È quindi una via che è vita in sé.

Per concludere:

“«chi fa la verità»”, cioè ha messo il bene dell’uomo come valore principale della sua esistenza, “«viene verso la luce»”.

L’amore infatti illumina perché dice una relazione, cioè la verità sulla persona che pur essendo ognuna unica e irrepetibile tuttavia si ritrova nel dono sincero di sé. Fuori del dono, fuori dell’essere per e con gli altri, si perde perché le tenebre incombono.

E allora perché le tenebre fossero rotte ci voleva che Dio donasse il Figlio che, a sua volta, il Figlio donasse se stesso per comporre una scia di luce, quale catena d’amore, che di dono in dono illuminasse fino a soppiantare le tenebre. Del resto più si ama e più la persona diventa luminosa perché risplende la stessa luce di Dio.

Ogni atto d’amore, anche il più piccolo, ha in sé la capacità di cambiare il mondo. Non è importante che si veda. Ciò che vale è che ci sia.