Ogni volta che Gesù ha parlato della sua passione ha sempre accennato anche alla sua risurrezione. Ma anche l’angelo che annuncia alle donne la risurrezione ricorda nel contempo la passione: “Non abbiate paura! Voi cercate il Nazareno, il Crocifisso. È risorto, non è qui” (Mc 16,6).
La risurrezione è un giudizio di Dio che capovolge le valutazioni degli uomini e nel quale noi possiamo scorgere almeno due significati.
a) Dio ha fatto risorgere proprio colui che gli uomini, a nome suo, hanno crocifisso. Dunque Gesù aveva ragione. La risurrezione è la verità del Crocifisso.
Insistendo sulla realtà della risurrezione (risurrezione del corpo e non solo dello spirito) il Nuovo Testamento intende non soltanto ribadire la realtà storica della risurrezione di Gesù, ma anche aprirci a una grande e concreta speranza, una speranza religiosa, perché ha il suo fondamento in Dio, nell’amore di Dio. Dio è fedele ed è il Vivente: ha creato tutto per la vita, non per la morte. L’Amore che è sembrato sconfitto sulla croce, in realtà, nel Risorto, è vittorioso.
b) La risurrezione di Gesù, verità della scelta della croce, è anche la verità dell’uomo. E questo perché la croce non appartiene soltanto al cammino di Gesù, ma è anche, in senso molto reale, il simbolo della vita in generale, della nostra vita incamminata (sembra) verso la morte, sconfitta di fronte al peccato e alla violenza. È la risurrezione che permette di fare di questa vita – in apparenza segnata dalla vanità e dal peccato – una diversa lettura.
Molte sono le esperienze che possono indurre l’uomo a perdere il senso dell’esistenza e smarrirsi.
L’esperienza, ad esempio, di una vita che promette e non mantiene, l’esperienza della vanità e della stoltezza, del peccato e della violenza. Il mondo nuovo anziché avvicinarsi sembra allontanarsi, e la storia continua ad essere in mano ai potenti e ai prepotenti…
Ebbene, queste riflessioni ci portano ai piedi della croce, cioè al momento in cui (nella vita di Gesù e nella nostra) l’amore sembra sconfitto dal peccato, la verità dalla menzogna, la vita dalla morte, la promessa di Dio dal suo apparente abbandono.
Ma dopo la croce c’è la risurrezione.
E la risurrezione di Gesù mostra che il muro della vanità si è infranto. Naturalmente, non ogni vita infrange il muro della vanità, del non senso, ma solo quella che ripercorre il passaggio aperto da Gesù: la via dell’amore, della dedizione e della obbedienza a Dio.
L’uomo trova la sua verità.
L’uomo che si apre alla fede nella risurrezione, vive la gioia di un’esistenza che ha trovato finalmente il suo fondamento e la sua ragione: quella in cui l’amore, che appare inutile, è invece la realtà che vince, perché fondata sulla fedeltà dell’amore di Dio .
(Bruno Maggioni, biblista)