Tu sei, Gesù, padrone del tempo.
Noi lo viviamo soltanto.
Ma per viverlo appieno abbiamo bisogno di capirti.
Tu non eri nel tempo, ma vi sei entrato e vi hai vissuto il tuo pezzo da uomo. Ti sei in qualche modo ristretto così che il tempo ti potesse contenere.
È una tua invenzione – solo a Te possibile – quella di un uomo che contiene anche Dio. Uomo vero che sa vivere da uomo; Dio vero che sa fare dell’uomo un essere divino!
E così anche l’uomo poteva rientrare nella tua logica, Tu che lo vuoi vivente in Te.
La parabola della tua vita sulla terra e nel tempo, aveva questo scopo: dire e realizzare il progetto uomo!
Visto così, ciò che hai vissuto dice che tu non puoi fare a meno dell’uomo e che anche l’uomo senza di Te, si perde nel vuoto.
Per ritrovarsi può imparare da Te: chi si dona, cioè ama, è se stesso e vive.
La tua Crocifissione nel silenzio quasi totale, non è un subire ma un consegnarsi volontario per amore, così da gridare a tutti che se l’Amore è intriso di dolore è solo perché così si avvicina sempre più a quello tuo e ti puoi così servire dell’uomo per farti conoscere e far sperimentare una tua presenza.
La tua Risurrezione dice allora un cambiamento di rotta: non si va a morire ma a vivere.
Che cosa?
La tua Vita quella senza tempo.
Tu, Risorto, sei uscito da quel tempo in cui entrasti.
Sei ora meta ma anche Via che vi conduce.
Credere in Te, allora, non è solo credere alla Parola ma che questa Parola ha la possibilità, anzi la capacità, di introdurre nella vita senza fine, la Tua Vita colma al massimo di Beatitudine. (dip)
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