08.07.2018 – 14 ^ Tempo Ordinario: APERTURA O CHIUSURA A DIO?
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Gesù si meravigliava della loro incredulità” (Mc 6,6).
Gesù torna nell’ambiente dove è cresciuto e porta con sé anche i discepoli. Qui accade una lezione pratica di vita pastorale.
Gesù non è riconosciuto per quello che è! È come dire: uno va per annunciare Gesù, vede intorno stupore e meraviglia ma poi, con sorpresa, c’è il rifiuto.
E nasce la domanda: ma se Lui è Gesù, la Persona più importante, perché diventa non gradita?
È comunque sempre vero che se non si lascia entrare Gesù come unico Maestro, se la nostra scuola non è la sua ma ogni cosa ci convince, se si preferisce gli amici di sempre e non lo si riconosce come l’amico del cuore… non si può capire perché non è compreso.
La chiusura indica che altro occupa pensieri e cuore. Tutto è accentrato su di sé e ci costruisce un modo sicuro di vivere dove Dio non può entrare anche perché, prima di Dio, non sono entrati nemmeno gli altri. È non avere occhi giusti per vedere e orecchie buone per sentire.
Siamo di fronte ad una vita già omologata, definita nei suoi contorni e difesa in tutti i modi. Sempre quella. Non può cambiare.
Ecco tre suggerimenti pratici per aprirsi a Dio:
- Imparare ad ascoltare e a far tesoro di ciò che circonda o comunque arriva. Ogni cosa, ogni persona è portatrice di qualcosa di buono per me, mi può arricchire.
- Reagire alla tentazione di moltiplicare momenti di solitudine che, se vanno bene per l’eremita, sono inconsueti per chi vive la vita ordinaria e possono diventare anche deleteri.
- Tessere più relazioni possibili, iniziando comunque dalle cose più semplici come il saluto, il sorriso, la stretta di mano, il vedere positivo. Dio si fa sentire nell’ordinario, ama sorprendere. Egli arriva da dove non t’aspetti e attraverso chi tu non pensi.
L’incredulità dei paesani è basata sulla mancanza di maturazione, sul “si è fatto sempre così!” e quindi è incapacità a cambiare, a crescere, al nuovo. Non hanno saputo leggere il tempo che arrivava, cioè discernere il segno del tempo, per poter trattenere Gesù.
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