Paolo insegna ai Corinzi (2, 10-16) la strada per avere il pensiero di Cristo, il sentimento di Cristo, per avere quell’atteggiamento che era quello di Cristo. E «la strada è quella del lasciare fare in noi lo Spirito Santo ricevuto». San Paolo infatti scrive che «voi tutti, noi tutti abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio».
«È lo Spirito Santo che ti porta avanti nella vita e ti porta a quello scopo di conoscere Gesù, di avere gli stessi sentimenti di Gesù». In realtà, ha affermato, «noi possiamo studiare tanto, studiare la Bibbia, studiare storia, studiare teologia, ma quella non è la strada per arrivare ai sentimenti di Gesù: aiuta, aiuta tanto, ma la strada vera è lasciarsi portare avanti dallo Spirito, dallo Spirito Santo». Ed «è proprio lo Spirito Santo che ci porta avanti al cuore di Gesù, a capire chi è Gesù, come attua Gesù, cosa vuole Gesù, qual è la volontà di Gesù. A capire il cuore di Gesù».
La questione è: «come possiamo andare?». San Paolo afferma che «l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito». Dunque «abbiamo bisogno dello Spirito Santo per questo cammino, questo cammino cristiano». Sempre nella lettera ai Corinzi, l’apostolo spiega anche che «noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio».
In effetti «ci sono due spiriti, due modalità di pensare, di sentire, di agire: quella che mi porta allo Spirito di Dio e quella che mi porta allo spirito del mondo». E «questo succede nella nostra vita: noi tutti abbiamo questi due “spiriti”, diciamo così». C’è «lo spirito di Dio, che ci porta alle opere buone, alla carità, alla fraternità, a adorare Dio, a conoscere Gesù, a fare tante opere buone di carità, a pregare». Ma c’è anche «l’altro spirito del mondo, che ci porta verso la vanità, l’orgoglio, la sufficienza, il chiacchiericcio: tutta un’altra strada».
«Il nostro cuore, diceva un santo, è come un “campo di battaglia, un campo di guerra dove questi due spiriti lottano” e chiamava questo il “combattimento spirituale”.
Nella vita cristiana si deve combattere per lasciare spazio allo spirito di Dio e cacciare via lo spirito del mondo» ha spiegato, riferendosi al passo evangelico di Luca (4, 31-37) proposto dalla liturgia.
A questo proposito Francesco ha suggerito «una preghiera bella che noi possiamo fare tutti i giorni, prima di andare a letto, guardare un po’ la giornata» e domandarsi: «Ma quale spirito ho io oggi seguito? Lo spirito di Dio o lo spirito del mondo?». Questo si chiama fare l’esame di coscienza: sentire nel cuore cosa è successo in questa guerra interiore, e come io mi sono difeso dallo spirito del mondo che mi porta alla vanità, alle cose basse, ai vizi, alla superbia, a tutto questo». Dunque, «come mi sono difeso dalle tentazioni concrete?». Si devono «individuare le tentazioni». E «questo si fa come preghiera, prima di andare a letto, oggi: quali sentimenti ho avuto. Individuare qual è lo spirito che mi ha spinto a quel sentimento, mi ha ispirato quel sentimento: è lo spirito del mondo o lo spirito di Dio?».
Facendo l’esame di coscienza con questa preghiera serale «tante volte, se siamo onesti, troveremo che “oggi sono stato invidioso, ho avuto cupidigia, ho fatto questo”». E «questo è lo spirito del mondo». Ma è opportuno «individuarli» questi sentimenti, «perché questo è vero: tutti noi abbiamo dentro questa lotta, ma se noi non capiamo come funzionano questi due spiriti, come agiscono, non riusciamo ad andare avanti con lo spirito di Dio che ci porta a conoscere il pensiero di Cristo, il senso di Cristo».
E «se noi non facciamo questo, se noi non sappiamo cosa succede nel nostro cuore — e questo non lo dico io, lo dice la Bibbia — siamo come gli “animali che non capiscono nulla”, vanno avanti con l’istinto». Però «noi non siamo animali, siamo figli di Dio, battezzati con il dono dello Spirito Santo». E «per questo è importante capire cosa è successo oggi nel mio cuore. Il Signore ci insegni a fare sempre, tutti i giorni, l’esame di coscienza».
Papa Francesco 4 settembre a Santa Marta