09.09.2018 – 23^ Tempo Ordinario: L’ORIENTAMENTO GIUSTO

09.09.2018 – 23^ Tempo Ordinario: L’ORIENTAMENTO GIUSTO

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“Dite agli smarriti di cuore” (Is 35,4)

È dire ad uno che non ha più la forza di vivere, uno che si lascia andare. È la stessa vita che gli sfugge perché, disorientato, non sa più a cosa serve e a cosa egli stesso può essere utile. È la perdita di senso.

È come se le orecchie si fossero assuefatte al bombardamento continuo di cose e cose; e la lingua incapace di pronunciare discorsi saggi perché disabituata e invitata a ripetere il già sentito e il già detto. È perdita di identità.

Tutto porta a diventare anche ciechi perché incapaci di vedere chi veramente ha bisogno. È come aver ricevuto degli occhi artificiali che vedono ciò che altri dicono di vedere, e conducono, prima o poi, ad essere insensibili e indifferenti alla realtà vera di chi passa accanto, che è una persona viva e vera, ma non la si vede più.

Di fronte a questo disorientamento, andiamo a vedere cosa fa Gesù che è Parola vivente, rivestita di carne, come noi.

1.   Apre le orecchie.

Sembra quasi con fatica, perché è la cosa più importante.

L’ascolto porta sulla scia di Dio che per definire il primo e più grande dei comandamenti, esordisce così:

“Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore” (Mc 12,29).

Ed è anche il principio primo per la certezza di fede:

“La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo” (Rm 10,17)

Dio mi parla e io Lo ascolto.

2.   Ridona la parola.

È con essa che si crea relazione. Lo si comprende quando due persone la troncano e si dice: non si parlano.

Ridare la parola è ridare vita togliendo dall’isolamento. È dare la possibilità di non cadere nell’indivi-dualismo per entrare nell’altro e viceversa. Il dialogo tra persone è dono di sé e quindi un diventare più ricchi.

Cosa è successo dopo? il Vangelo non lo dice.

Ma è certo che quell’uomo ha ricevuto la possibilità di gestire la propria vita e di fare le sue scelte. È ormai dotato di nuova libertà che lo fa vivere come uomo tra gli uomini. Capace di sviluppare e maturare.