23.09.2018 – 25^ Tempo Ordinario: PIEGARSI SU CHI HA BISOGNO!
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Lungo la strada della passione e della morte del loro Maestro, gli Apostoli stanno discutendo sulla conquista e sui diversi gradi del loro potere futuro.
Gesù, allora, decide di raccogliere attorno a sé i Dodici e formula il codice dell’autorità cristiana nel detto limpido e radicale: “Se uno vuoi essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. Questo atteggiamento di donazione totale costituisce il discepolo nella sua genuina dignità.
Cogliamo subito che questa è una definizione di Gesù stesso, che è il primo in quanto ultimo di tutti e servo di tutti.
Il primato dell’amore soppianta quello dell’egoismo. La libertà che ci rende simili a Dio, è farci per amore schiavi gli uni degli altri. Alla brama di primeggiare nell’avere, nel potere e nell’apparire, Gesù sostituisce il desiderio di servire e accogliere il piccolo.
Questa è la grandezza di Dio che è Amore!
- Non si serve dell’altro, ma lo serve;
- Non lo spoglia di ciò che ha, ma si spoglia, a suo favore, di tutto, anche di sé, considerandolo il tutto.
I santi hanno capito bene la lezione se san Vincenzo de’ Paoli diceva che il povero era il suo padrone.
36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37“Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”(Mc 9,36.37)
Al tempo di Gesù, come oggi, i bambini erano amati, ma nella realtà sociale – culturale dell’epoca non contavano nulla. Nel mondo ellenistico erano come delle persone incompiute, e nella tradizione giudaica erano quelli che non avevano ancora raggiunto una posizione matura, responsabile di fronte alla Legge.
Se si tiene presente questo fatto, risulta subito chiaro il significato del gesto di Gesù. Egli vuole che la comunità dei suoi discepoli ponga al centro delle proprie attenzioni e iniziative i più poveri, coloro che non contano, gli emarginati, le persone impure.
Noi viviamo in una società competitiva. L’insegnante si compiace dell’alunno più diligente e preparato, l’allenatore si gloria del più forte dei suoi atleti, ma la mamma segue criteri diversi, è guidata dall’amore e le sue premure sono dedicate al più debole dei suoi figli.
E dunque si tratta di un amore che si rigenera di continuo e viene distribuito assiduamente dappertutto ma che si concentra, ogni volta, di fronte a chi nessuno guarda e nessuno pensa.
Un Amore con le note della Sapienza che viene dall’alto e che è:
- Pura: trasparente, senza veli; è se stessa
- Pacifica: genera pace.
- Mite: si lascia avvicinare.
- Arrendevole: non ama polemiche.
- Piena di misericordia: guarda con occhi sempre nuovi.
- Colma di buoni frutti: sa leggere i segni dei tempi e sa agire.
- Imparziale: sa vedere ciò che è vero e scarta ciò che non lo è; è libera.
- Sincera: non ha nulla da nascondere e sa riconoscere i propri limiti (li accetta); i propri difetti (ne ride); i propri peccati (che tengono in umiltà).
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