Il giorno di inaugurazione dell’Oratorio, ho visto la bellezza dei volti che esprimevano ora un senso di stupore, quindi la dimensione di pace e di gioia da contagio.
È difficile in certe circostanze non provare una forte emozione e un senso di riconoscenza.
E anch’io vivevo dentro di me questi sentimenti che mi avvicinavano, ogni momento di più, a Dio che doveva essere riconosciuto come l’attore principale.
È proprio così.
Tante e tante volte in questi anni ho chiesto a Gesù Eucaristia che donasse a questi suoi piccoli e a tutta la comunità parrocchiale un luogo dove potersi sentire a casa.
E mi sono reso conto che i doni di Dio sono sempre al di là delle nostre aspettative.
Per questa realtà tante persone si sono incontrate formando una rete solidale e tante hanno poi lavorato per la realizzazione, ciascuno per la sua parte, in un’armonia che mi è sembrata come insolita in operazioni di tal genere.
Eppure è così!
Penso che ognuno abbia fatto la sua esperienza e abbia ricevuto la sua parte di doni.
È stato come un costruire quel mosaico che poi sarebbe stato il nome.
Ora basta continuare a lavorare insieme, con fantasia e creatività, per questa nuova “casa” che siamo chiamati ad “abitare” per la gioia di tutti.
I doni che Dio fa, una volta ricevuti, impegnano tutta la nostra responsabilità.
dip
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